Il commento al Vangelo di domenica 31 Ottobre 2021, a cura di don Mauro Pozzi.
Come Bartimeo anche noi nel cuore sentiamo la presenza del Maestro, ma non riusciamo a vederlo: chiediamo con insistenza, come il cieco, di vedere la Luce.
LA LEGGE DELL’AMORE
Le leggi sono alla base dell’ordinamento civile. Ciascuno di noi desidera essere libero ed esprimersi secondo la propria coscienza e sa in cuor suo cosa è giusto, ma la libertà deve avere dei limiti. Il principio classico, che tutti conoscono, è che la libertà del singolo finisce dove inizia quella degli altri. Lo scopo delle leggi è appunto quello di stabilire i confini della libertà individuale in modo oggettivo. È il fondamento di un qualunque ordinamento civile, ma perché osservare le leggi?
In genere la trasgressione è associata a un castigo, come la prigione o una multa. Allora dobbiamo dire che rispettiamo la legge per paura? Anche dal punto di vista religioso si può ragionare così: io rispetto i comandamenti sennò vado all’inferno. Che tristezza però! Questo significherebbe che la legge non mi appartiene, ma mi è imposta dall’esterno, per mezzo dello spauracchio della condanna. Invece il Maestro ci dice che la motivazione al rispetto della legge deve venire da dentro.
La legge va rispettata per amore. Io mi comporto bene prima di tutto perché amo Dio, cioè coi fatti mi dimostro riconoscente verso Colui che mi ha dato la vita e ogni giorno mi regala il mare, l’Etna, il sole, i miei amici e le persone care. E poi mi sforzo di amare tutti gli uomini perché sono miei fratelli, respirano la mia stessa aria, camminano sul mio stesso pianeta e soffrono delle stesse cose di cui soffro io. È soprattutto questo che ci fa sentire fratelli, la fatica quotidiana.
Lo sai che la persona che è vicino a te vorrebbe essere amata proprio come te? Che desidera la felicità proprio come te? Che come te soffre perché il mondo sembra ingiusto e perché la vita è a volte tanto faticosa? Insomma siamo colleghi di sventura! Se poi penso che Gesù è morto per salvare me, io cosa ho fatto per meritarlo? Proprio niente, eppure l’ha fatto; e non è così anche per gli altri? Perciò noi dobbiamo amare il prossimo, cioè il vicino, perché è così importante che Gesù ha dato la sua vita per lui.
Non bisogna poi tralasciare la motivazione che ci suggerisce Mosè, il quale ci raccomanda: ascolta, o Israele, e bada di mettere in pratica [i comandamenti]; perché tu sia felice. La legge è fonte di felicità. Per capirlo basta pensare come sarebbe bello il mondo se tutti si amassero e facessero di tutto per far star bene gli altri. Forse non possiamo cambiare il mondo, ma noi possiamo cambiare.
Perciò cominciamo da noi stessi e cerchiamo di contagiare gli altri nel bene!
AUTORE: don Mauro PozziFONTE: emailSITO WEBCANALE YOUTUBE