L’incontro con Lui ci libera, oggi, non chissà quando.
don Mauro
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LIBERAZIONE
Chiesa deriva dal termine greco che significa assemblea e definisce l’insieme dei credenti, i quali sono comunità perché si raccolgono intorno alla stessa mensa dove viene spezzato il pane, che è la Parola e il Corpo di Cristo. Ogni battezzato partecipa alla missione della Chiesa, che è annunciare in tutto il mondo la buona notizia dell’incarnazione, morte e resurrezione di Gesù.
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Questa missione ci accomuna tutti, ciascuno secondo la sua vocazione e le sue capacità. Non è importante il ruolo, ma l’impegno. Infatti, noi veneriamo tra i santi tanto i papi quanto i semplici fedeli. Il mondo ha un grande bisogno di Dio e noi siamo chiamati a divulgare l’annuncio iniziato da Gesù e continuato dagli apostoli, perché la salvezza operata dal Cristo si compie ogni giorno.
Nella sinagoga, Gesù legge il profeta Isaia, un brano che parla del Messia e annuncia il compimento di quella profezia. Dice: oggi si è adempiuta. Non si tratta di quel giorno particolare del primo secolo, ma del nostro oggi, del presente di ogni uomo che scopre che il Signore si è incarnato e ci ha visitato. Gesù è una presenza, e la sua voce, grazie a Luca, risuona adesso anche per noi.
Si rivolge ai poveri, ai prigionieri, ai ciechi, agli oppressi. E noi cosa c’entriamo? La povertà di cui parla è la mancanza di Dio, non delle sostanze in senso materiale. Se si legge nella cronaca che i ragazzi si usano violenza tra loro e si ammazzano, che i vicini di casa uccidono, che i terroristi continuano ad assassinare degli innocenti, non viene da pensare che questo mondo è senza Dio, cioè senza il Bene?
Non perché Lui si nasconde, ma perché l’uomo lo esclude: ecco perché siamo poveri. Se non sappiamo riconoscere questi segni e non facciamo penitenza, è perché siamo ciechi. Il nostro mondo non cerca la felicità, o meglio, crede di farlo, ma in realtà cerca solo il piacere, e questo lo rende schiavo mille volte: delle sue passioni, della droga, dei debiti, delle infinite vendite rateali, dei desideri inappagati. Non è una prigionia terribile?
Chi è legato da simili catene vive una dura oppressione e sospira la liberazione. Dunque Gesù si rivolge proprio a noi e dice una sola parola: oggi. Questa rivelazione deve farci saltare come una puntura, come quando la tua squadra fa gol e tu salti su con le braccia al cielo anche se sei da solo davanti alla televisione.
Non è fantastico? È oggi la nostra liberazione, non fra dieci o mille anni. Ecco perché bisogna pregare, leggere le scritture, confessarsi e fare la comunione, perché noi e il mondo intero abbiamo bisogno di Gesù.
- AUTORE: don Mauro Pozzi
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