Il commento al Vangelo di domenica 24 Aprile 2022, a cura di don Mauro Pozzi.
L’incredulità di Tommaso è un dono per noi che possiamo con lui toccare con mano la realtà della resurrezione.
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IL DONO DI TOMMASO
Gesù risorto si presenta di domenica agli apostoli, entrando nonostante fossero chiusi nel cenacolo. Il suo corpo è reale, ma diverso dall’ordinario dato che passa attraverso le porte, tuttavia conserva i segni della passione. Se è vivo vuol dire che ha superato la morte, infatti il suo aspetto non è più sfigurato, ma le cinque piaghe, alle mani, ai piedi e al costato, non si sono rimarginate. Quelle ferite diventano emblemi della sua vittoria sulla morte e segni incancellabili della nostra salvezza.
Non sono più orribili, ma bellissime, perché testimoni di un amore infinito. Anche noi quando risorgeremo avremo un corpo glorificato come Gesù. Come sarà questo corpo? La spiegazione più bella è quella data da S. Paolo (1Cor 15, 35ss) che paragona il corpo mortale al seme e quello risorto alla pianta. Anche se c’è continuità tra il seme e ciò che da esso germoglia, la pianta è una realtà completamente diversa e molto più ricca. Così sarà per noi, il corpo futuro sarà immortale e liberato dal peso del decadimento fisico. Per risorgere bisogna morire, come il chicco che muore dando vita al frumento.
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Il Maestro soffia sui suoi discepoli lo Spirito Santo, come Dio Padre nella creazione. È una nuova nascita per loro che ricevono il potere di guarire le anime. Il Figlio mette nelle nostre mani il dono più grande che si possa immaginare, ci permette di amministrare il suo perdono e di accogliere tutti nel suo Regno. È vero che dice che qualcuno potrebbe essere escluso, ma lui sembra proprio che il perdono non l’abbia mai negato a nessuno, anzi ci dice chiaramente che saremo perdonati solo se perdoneremo. Il Padre nega il suo perdono solo a chi non lo chiede e cioè a chi non lo vuole.
Il fatto che abbia dovuto dire due volte pace a voi, significa che si sono presi un bello spavento: anche gli apostoli che avevano una così grande familiarità con Gesù, facevano fatica a credere alla sua resurrezione. È confortante per noi che spesso dimostriamo poca fede. L’assenza di Tommaso è un regalo che Gesù fa a tutte le generazioni future, noi compresi. Infatti la sua incredulità è la nostra. Non dobbiamo giudicarlo male, il suo proverbiale voler mettere il dito nella piaga, ci permette di essere testimoni con lui. Il Maestro lo invita a toccare con mano ed è come se anche noi potessimo sfiorare quelle piaghe. Tommaso cade in ginocchio: Mio Signore e mio Dio! Siamo invitati a fare lo stesso, a contemplare le ferite che significano la nostra salvezza.
L’incredulità dell’apostolo ci dà modo di apprezzare ancora di più il dono inestimabile che abbiamo ricevuto.
AUTORE: don Mauro PozziFONTE: emailSITO WEBCANALE YOUTUBE