Le onde della vita non mancano ma con la Sua presenza non ci travolgono.
don Mauro
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LA TEMPESTA DELLA VITA
Siamo alla sera di una lunga giornata di predicazione sulle rive del lago di Cafarnao. Gesù è evidentemente esausto perché i discepoli lo prendono sulla barca così com’era. Non ha avuto nemmeno un momento per sé e appena a bordo, crolla a dormire sul cuscino a poppa. Nel frattempo si scatena la tempesta. Il sonno del Maestro, mentre le onde minacciano di affondare la barca, mette in grande agitazione i discepoli.
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Anche a noi capita di attraversare momenti particolarmente difficili in cui sembra che il Signore sia assente, in cui la speranza di cavarsela vacilla. È facile in quelle circostanze perdere la fiducia come è successo agli apostoli che svegliano Gesù e lo accusano di disinteressarsi del loro destino. Il Maestro subito ferma la tempesta.
Si rivolge al mare e anche come se parlasse a ciascuno di loro: taci, calmati! Quello che placa realmente è l’agitazione interiore. Egli domina sulla natura e su quanto ci inquieta perché ignoto. Il mare è una rappresentazione molto efficace del mistero che spaventa. La sua profondità inaccessibile, la sua forza incontrollabile e la sua vastità, sono l’immagine di qualcosa che ci supera e che non possiamo dominare.
Nella prima lettura Dio si rivolge a Giobbe per ricordargli che è Lui che ha messo i confini al mare limitando l’orgoglio delle sue onde. La pretesa che l’uomo ha di poter dominare la sua vita e il suo destino sono queste onde orgogliose cui l’Infinito mette un freno, ricordandoci che è Lui che ha creato il mondo e che noi, in quanto creature, non possiamo sondare fino in fondo la profondità del mistero.
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La domanda che rivolge ai discepoli è anche per noi: perché siete così paurosi, non avete ancora fede? Cosa vuol dire avere fede? La fede si mette alla prova solo quando le cose vanno male, perché nei momenti buoni essere fiduciosi non costa nulla. Se la nostra vita si muove in un piano provvidenziale, non siamo noi a orientarla, ma è Dio stesso che la guida.
Quindi la prima cosa da fare è capire se quello che stiamo facendo è la sua volontà o la nostra. Che cosa ci chiede il Signore? Vuole che il fine delle nostre azioni sia sempre l’amore. Se siamo in questa prospettiva non c’è niente che possa veramente minacciarci. I momenti bui e difficili fanno parte della vita e da quelli non siamo esentati, tuttavia non siamo abbandonati alla furia delle onde, perché sulla nostra barca, anche se può sembrare che stia dormendo, c’è Gesù.
- AUTORE: don Mauro Pozzi
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