don Mauro Pozzi – Commento al Vangelo di domenica 21 Agosto 2022

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Il commento al Vangelo di domenica 21 agosto 2022, a cura di don Mauro Pozzi.

La porta stretta è vivere secondo la logica del vangelo e non quella del mondo.

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LA PORTA STRETTA

Il vangelo ci chiede delle scelte molto radicali e si pone in contrasto con il mondo, cioè col modo comune di pensare. Gesù  non usa mezzi termini, è molto esplicito. È questo che spinge  il discepolo a chiedere: sono pochi quelli che si salveranno? La  domanda tradisce l’ansia di chi dubita di poter cambiare vita  e aderire all’insegnamento del Maestro. Ogni domenica noi ci  ritroviamo qui a mangiare e bere in sua presenza, ad ascoltare  la sua parola, ma il Signore ci dice in modo molto chiaro, che  non basta. Cosa dobbiamo fare? Entrare per la porta stretta.

Questo significa che non è sufficiente una religiosità esteriore,  fatta di gesti, di parole e di abitudini, ma occorre un coinvolgimento di tutto il nostro essere. Dio vuole essere servito col  cuore e non con le labbra. Non si può essere cristiani solo in  chiesa, occorre esserlo soprattutto fuori. Ciascuno di noi si  deve domandare come può testimoniare la sua fede nella vita  di ogni giorno. Il primo passo è far entrare il Signore nella mia  giornata con la preghiera. Gesù stesso ci mette sulle labbra le  parole giuste: Padre nostro… Per chiamare Dio Padre bisogna  comportarsi da figli, cioè sforzarci di fare la sua volontà.

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Lui vuole che la nostra vita sia segno della sua santità, vuole vederci lavorare per il suo Regno. Il lavoro è fatica, richiede energia e Dio stesso ci dice di chiedere il pane, cioè la forza di fare  il nostro dovere. Cosa chiediamo di solito? Fai così, dammi  questo, fammi quello. Invece la domanda giusta è: cosa vuoi  che io faccia? E poi dammi la forza e la capacità di perdonare,  perché non c’è amore senza perdono, sostienimi nella prova e  liberami dal male. Non sono parole, ma un preciso programma  per la giornata. Allora posso partire e cercare di attuare queste  cose oggi. Ecco la porta stretta.

Lo è perché mi impone di subordinare la mia volontà alla sua, mentre io voglio fare sempre  di testa mia. Abramo, Isacco, Giacobbe e tutti i profeti, perché  sono nel Regno di Dio? Perché hanno obbedito, perché si sono  sforzati di essere figli. Verranno da tutte le parti per entrare,  ma solo i figli saranno ammessi. Questa è l’unica condizione.  Non conta essere primi o ultimi. Gli ebrei sono stati i primi a  conoscere Dio e noi gli ultimi.

Ci sono uomini che sono stati  potenti e famosi e per questo primi, mentre altri sono stati  umili e sconosciuti e dunque ultimi. La graduatoria però non  si basa su questioni umane o su chi è arrivato prima, ma  sull’amore. È sull’amore che saremo giudicati. Se amiamo Dio  davvero, allora ameremo anche quelli che lui ama, cioè tutti  gli uomini.