Siamo invitati da Giovanni Battista a ritrovare il centro del Natale: il Bambino.
don Mauro
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LA VOCE
Giovanni Battista è il grande annunciatore della nascita del Messia. Colui che ci invita a fare spazio al Signore che viene, a preparargli una strada agevole, spianando le nostre distrazioni, aprendo il cuore, preparando una culla di amore e non di paglia. Il Battista è rude, non è un imbonitore ben vestito e curato che parla con dolcezza, ma avvolto da un vestito di peli di cammello, invita alla conversione.
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Il battesimo di Giovanni era una forma penitenziale, un segno di purificazione esteriore fatto dall’acqua che lava, per indicare un lavacro interiore. Il nostro battesimo è un sacramento, ma come quello, se non è accompagnato da una vera conversione del cuore, resta solo un segno, un rito vuoto. Da qui dobbiamo partire. Essere cristiani è una scelta, non una tradizione che abbiamo ereditato dai nostri genitori. La scelta si deve rinnovare quotidianamente, non basta farla una volta per tutte.
Inoltre scegliendo si esclude qualcosa. Quando due ragazzi si sposano, rinunciano ad ogni altra possibile relazione sentimentale. Così vale per tutte le scelte: se prendo una certa via, escludo le altre. Giovanni predica nel deserto, vicino al Giordano, per andare da lui la gente doveva fare un bel percorso a piedi lasciandosi alle spalle la città. Erano costretti a uscire dalla consuetudine e affrontare un terreno nuovo.
Il deserto poi rappresenta la povertà e l’assenza di distrazioni. La conversione e la purificazione implicano delle rinunce. Uscire dai soliti schemi è fare una vita nuova. Se noi usciti di chiesa ci comportiamo come quelli che in chiesa non vanno, dove sta la differenza? Essere cristiani non può ridursi a quell’ora alla settimana che la messa ci richiede. Uscire dagli schemi significa allora che la nostra guida è il Vangelo e non la televisione. Oggi vanno molto di moda i sondaggi. Interpellano un campione di persone (lo faranno poi davvero?) e comunicano che la maggioranza pensa una certa cosa.
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Come dire che bisogna andare dietro alla corrente. Anche le pecore lo fanno. Dobbiamo poi per forza seguire la moda e vestirci tutti uguali? Giovanni è coperto da un povero vestito di peli di cammello, non si cura troppo del suo aspetto. Mangia frugalmente quello che riesce a trovare nel deserto. Forse anche noi dobbiamo imparare a non sprecare il cibo per rispetto di chi ha davvero fame.
Il Natale è spesso l’occasione di una grande abbuffata. Certo il mangiare meglio del solito è un segno di festa, ma non serve una eccessiva ricercatezza. Infine il Battista ci dice: ricordati di chi sta per arrivare. Il centro del Natale è Gesù, prepariamo il cuore per accoglierlo, facciamogli posto togliendo un po’ del superfluo.
Mc 1, 1-8 | don Mauro Pozzi 89 kb 7 downloads
Siamo invitati da Giovanni Battista a ritrovare il centro del Natale: il Bambino. …- AUTORE: don Mauro Pozzi
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