Gettiamoci nelle Sue braccia per essere guariti e consolati.
don Mauro
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LโATTESA
Dopo aver celebrato Cristo Re, la festa che chiude lโanno liturgico, il nuovo ciclo si apre con lโAvvento, che รจ il tempo dellโattesa del Messia. In queste prime domeniche, la nostra attenzione รจ focalizzata sulla seconda venuta di Gesรน, quella che segnerร la fine del mondo e il giudizio dei vivi e dei morti. Sarร un avvenimento terribile e meraviglioso allo stesso tempo.
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Come in un parto, la gioia del Regno sarร preceduta dalla tribolazione della fine del mondo e del giudizio. Il profeta Geremia, nella prima lettura, ci descrive il futuro messianico caratterizzato dalla pace e dallโadempimento delle promesse, ma dobbiamo ancora arrivarci.
Siamo ancora prigionieri del tempo. Ogni giorno il sole sorge e tramonta e non possiamo farci niente. Il nostro corpo cresce e invecchia, รจ sano o malato e non ci chiede il permesso. I nostri desideri e bisogni scandiscono il succedersi della giornata finchรฉ il sonno non ci costringe a fermarci per ricominciare al risveglio.
Il futuro รจ sempre fonte di preoccupazione: sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciรฒ che dovrร accadere sulla terra. Molti cercano di esorcizzare tutto questo occupando la mente con il lavoro, con il divertimento, con qualche droga, con qualsiasi cosa che leghi al presente.
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Il nostro mondo รจ schiavo del presente, fa finta di essere immortale, perchรฉ ha paura del futuro. ร angosciante, ma non definitivo. Alza la testa, ci dice il Maestro, la tua liberazione รจ vicina. Ecco chi aspettiamo: il liberatore. Il tempo dellโAvvento ci aiuta a pensare al nostro futuro non come a una condanna, ma come a una liberazione.
Non รจ il succedersi di giorni tutti uguali, ma รจ la speranza di unโattesa, di un incontro. Per questo Gesรน ci invita alla vigilanza. Non vuol dire consumarsi nellโinquietudine, ma vivere il Vangelo. ร quello che San Paolo scrive ai Tessalonicesi: Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti.
Essere vigilanti significa dunque anticipare la pace del Regno vivendo giร ora in armonia. Ecco il criterio per vivere bene il presente e per realizzare la felicitร . Nessuno di noi puรฒ vivere da solo. Abbiamo bisogno gli uni degli altri.
Se siamo animati dal desiderio di fare del bene al prossimo, allora ogni singolo atto รจ unโoccasione di essere rispettosi e servizievoli. Questo รจ il paradiso, cioรจ una societร fondata sullโamore. Il Signore lo si incontra nel prossimo. Amando gli altri non temiamo il suo arrivo improvviso, perchรฉ di fatto รจ giร con noi.
- AUTORE: don Mauro Pozzi
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