Il commento al Vangelo di domenica 3 aprile 2016 a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.
IL DONO DI TOMMASO
Gesù risorto si presenta di domenica agli apostoli, entrando nonostante fossero chiusi nel cenacolo. Il suo corpo è reale, ma diverso dall’ordinario dato che passa attraverso le porte, tuttavia conserva i segni della passione. Se è vivo vuol dire che ha superato la morte, infatti il suo aspetto non è più sfigurato, ma le cinque piaghe, alle mani, ai piedi e al costato, non si sono rimarginate. Quelle ferite diventano emblemi della sua vittoria sulla morte e segni incancellabili della nostra salvezza. Non sono più orribili, ma bellissime, perché testimoni di un amore infinito. Anche noi quando risorgeremo avremo un corpo glorificato come Gesù. Come sarà questo corpo? La spiegazione più bella è quella data da S. Paolo (1Cor 15, 35ss) che paragona il corpo mortale al seme e quello risorto alla pianta. Anche se c’è continuità tra il seme e ciò che da esso germoglia, la pianta è una realtà completamente diversa e molto più ricca. Così sarà per noi, il corpo futuro sarà immortale e liberato dal peso del decadimento fisico. Per risorgere bisogna morire, come il chicco che muore dando vita al frumento. Il Maestro soffia sui suoi discepoli lo Spirito Santo, come Dio Padre nella creazione. È una nuova nascita per loro che ricevono il potere di guarire le anime.
Il Figlio mette nelle nostre mani il dono più grande che si possa immaginare, ci permette di amministrare il suo perdono e di accogliere tutti nel suo Regno. È vero che dice che qualcuno potrebbe essere escluso, ma lui sembra proprio che il perdono non l’abbia mai negato a nessuno, anzi ci dice chiaramente che saremo perdonati solo se perdoneremo. Il Padre nega il suo perdono solo a chi non lo chiede e cioè a chi non lo vuole. Il fatto che abbia dovuto dire due volte pace a voi, significa che si sono presi un bello spavento: anche gli apostoli che avevano una così grande familiarità con Gesù, facevano fatica a credere alla sua resurrezione. È confortante per noi che spesso dimostriamo poca fede. L’assenza di Tommaso è un regalo che Gesù fa a tutte le generazioni future, noi compresi. Infatti la sua incredulità è la nostra. Non dobbiamo giudicarlo male, il suo proverbiale voler mettere il dito nella piaga, ci permette di essere testimoni con lui. Il Maestro lo invita a toccare con mano ed è come se anche noi potessimo sfiorare quelle piaghe. Tommaso cade in ginocchio: Mio Signore e mio Dio! Siamo invitati a fare lo stesso, a contemplare le ferite che significano la nostra salvezza. L’incredulità dell’apostolo ci dà modo di apprezzare ancora di più il dono inestimabile che abbiamo ricevuto.
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II Domenica del Tempo di Pasqua
- Colore liturgico: bianco
- At 5, 12-16; Sal 117; Ap 1, 9-11.12-13.17.19; Gv 20, 19-31
Gv 20, 19-31
Dal Vangelo secondo Giovanni
[ads2]La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 03 – 09 Aprile 2016
- Tempo di Pasqua II, Colore bianco
- Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net