Il commento al Vangelo di domenica 15 maggio 2016 a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.
LO SPIRITO È L’ARTISTA
Davanti alla la Pietà di Michelangelo quello che cattura l’attenzione non è la materia con cui è fatta, ma la forma. Non ci si sofferma sulla qualità del marmo, ma sulla bellezza e plasticità delle figure rappresentate. Allo stesso modo guardando la Gioconda di Leonardo non ci si cura della cornice, né ci si chiede come sia tessuta la tela. Ciò che lascia senza fiato è l’arte che anima la materia e trae dal sasso o dall’impasto dei colori, immagini ed emozioni. Tutto l’universo è fatto di atomi, gli stessi che compongono i nostri corpi, e anche se questi mattoni fondamentali sono molto pochi, gli elementi infatti sono poco più di cento, le forme sono infinite.
[ads2]C’è un Artista che li ha combinati insieme in un modo assolutamente fantastico. Gesù diceva: è lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla (Gv 6, 63). Se non ci fosse l’Artista saremmo solo sassi informi o tele bianche, grazie a Lui abbiamo la vita, la nostra forma. Lo Spirito Santo, di cui la Sapienza divina è espressione, entrando nelle anime sante, forma amici di Dio e profeti (Sap 7, 27). Non solo modella e genera l’universo, ma avvicina a sé le anime degli uomini. È quello che è successo agli Apostoli. Mentre erano riuniti tutti insieme nello stesso luogo, così raccontano gli Atti, venne dal cielo un rombo come di vento gagliardo e delle lingue di fuoco si posarono sulle loro teste. È lo Spirito Santo che trasforma quel gruppo timoroso di discepoli in Apostoli, cioè inviati, dando loro il dono di predicare il Vangelo coraggiosamente e in modo da essere compresi da tutti. Leggendo questo racconto viene in mente un episodio biblico simile ma con esiti opposti: la torre di Babele. In quella circostanza gli uomini parlavano una lingua sola, ma volevano edificare una torre alta fino al cielo per farsi un nome e diventare famosi. Lo sforzo di raggiungere il cielo è simbolo del peccato originale, cioè della pretesa dell’uomo di soppiantare Dio. Il peccato li divide: non si capiscono più. A Gerusalemme al contrario c’è qualcosa che unisce, anche nella comprensione: l’amore trasmesso dallo Spirito. È significativo che Gesù lo chiami il Consolatore. Riempie di tenerezza pensare a questa sollecitudine del Maestro che vuole che sia con noi per sempre. Vuole una nuova intimità con noi, promette di prendere dimora presso chi lo accoglie. Lo Spirito Santo è la presenza di Dio nella nostra vita. Prima di tutto nel cuore di ciascuno. Se siamo capaci di fare silenzio e di ascoltare, permettiamo allo Spirito di parlare a noi e anche per noi, dato che San Paolo dice che Egli intercede per noi. Non si può pensare un dono sappiamo apprezzare e valorizzare?
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Pentecoste
- Colore liturgico: bianco
- At 2, 1-11; Sal 103; Rm 8, 8-17; Gv 14, 15-16. 23-26
Gv 14, 15-16. 23-26
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 15 – 21 Maggio 2016
- Tempo Pasquale VI, Colore rosso
- Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net