Don Mauro Manzoni di graficapastorale.it, propone una riflessione sul brano del Vangelo di domenica 8 ottobre 2023.
“Che cosa debbo fare alla mia vigna che io non abbia già fatto? Perché mentre attendevo che producesse uva, essa ha fatto uva selvatica?” L’abbiamo ascoltato nella prima lettura di questa domenica. Anche Dio sbaglia le previsioni. Quando c’è di mezzo l’uomo, o meglio la sua libertà, risulta sempre rischioso prevedere e pronosticare. Dio aspetta e la sua attesa va regolarmente delusa, offre amore e riceve tradimenti, moltiplica le attenzioni, il perdono e raccoglie rifiuti.
“Che cosa debbo fare alla mia vigna che io non abbia già fatto?” Verrebbe voglia di dire: smettila Signore di concepire progetti ambiziosi su di noi, smettila di coltivare sogni. E invece occorre ascoltare questa Parola di dio come un invito ad un esame di coscienza personale. Sarebbe interessante accertare che cosa abbiamo fatto, che cosa facciamo invece di assumere il compito che ci è stata assegnato, quello di coltivare la sua vigna e riconsegnare i frutti.
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Ci lascia la piena libertà nel gestirla e quello che è più incredibile, la consegna a tutti, non solo a coloro che riescono ad amarlo e a fidarsi delle sue promesse, anche se l’uva selvatica della prima lettura e il sangue omicida del vangelo hanno il sapore di una forte delusione per il Signore e di un enorme fiasco e fallimento.
Nonostante e senza tener conto, Dio la riconsegna sempre ad ognuno di noi la sua vigna, perché si fida ancora e continua a darci credito. Siamo abituati a ringraziare solo dopo aver ricevuto e incassato, dovremmo invece ringraziare prima di aver chiesto. E’ il massimo della fiducia.