Gesù fa il miracolo di sabato perché, come dirà, “il Padre opera sempre, e anch’io opero sempre”. Il Padre, attraverso il Figlio è sempre presente nelle nostre vite. Sia nella festa che nella feria, sia nella gioia che nel dolore, sia di notte che di giorno.
Non ti commuovi?
Davanti ad un uomo che soffriva e non soffre più, non ti commuovi?
Perché pensi alla legge per vivere, quando hai davanti la vita?
Davanti ad un uomo in piedi che guarda quello che un miracolo ha fatto alla sua vita, perché non guardi il miracolo ma guardi il calendario?
Se ti fanno una domanda precisa: Bene o male? Vivere o morire? Perché confabuli e non rispondi?
Che brutta cosa non sapersi più commuovere, non saper gioire, non saper far festa.
Sai tutto, si.
Ma non capisci nulla.
E la collera monta, sale e tutto annebbia.
E tutto muore.
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Osservavano per vedere se guariva in giorno di sabato.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6, 6-11
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Parola del Signore