La Sapienza dice che c’è un momento per il digiuno e uno per le nozze. Un momento per desiderare il nuovo e uno per mantenere ciò che è vecchio coniugando speranza e memoria.
Ora sei con me
Digiuno per aver spazio.
Digiuno per aver fame.
Digiuno e vivo di desideri.
Digiuno e attendo.
Ma ora sei qui.
Ora tu riempi ogni mio spazio.
Sazi ogni mia fame.
Soddisfi ogni desiderio.
Ripaghi ogni attesa.
Ora sei qui.
Mio sposo.
Mio tutto.
Non appena andrai via.
Sarò senza di te.
Sarò fame.
Sarò preghiera.
Sarò attesa.
Sarò desiderio.
Ora no.
Sono con te.
Sono te.
Lasciatemi stare.
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Quando lo sposo sarà loro tolto, allora in quei giorni digiuneranno.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 5, 33-39
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
Parola del Signore