don Mauro Leonardi – Commento al Vangelo del giorno, 5 Luglio 2019

Matteo ha il viso chino come l’adultera. Matteo come l’adultera vive una vita dove l’amore ha un prezzo, si compra e si vende. Su questa realtà arriva Gesù che offre un amore esposto, infinito, gratuito e senza condizioni.

La misericordia non è una lezione

Perché entri in casa mia? Nella mia vita?
Perché mangi con me?
Perché sei venuto per me, per amarmi e non ci si può amare sulla soglia.
Sulla strada.
Mi hai chiamato e mi hai portato in casa mia.Nella mia vita.
La mia vita volevi abitare.Nella mia casa mi hai portato.
L’amore si fa in casa e l’amore non è una lezione.
Non è nelle parole.
La misericordia, tenerezza dell’amore, non è una lezione.
Non posso ascoltarla, non posso vederla.
Per impararla non devo fare nulla.
Neanche qualcosa di grande. Neanche un sacrificio.
Nulla.
Devo solo lasciarmi fare.
Lasciarti fare.

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Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9, 9-13

In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Parola del Signore.

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