don Mauro Leonardi – Commento al Vangelo del giorno, 2 Giugno 2019

Gesù ascende al Cielo mentre si prepara a venire issato sulla croce. E i suoi restano nel tempio lodando Dio mentre tra poco saranno nel Cenacolo, chiusi, pieni di paura. La differenza sta nella presenza di Cristo benedicente. Presenza accolta e creduta dai discepoli che, avendo nel cuore il Signore, non provano paura.

Credo, credo, credo

La distanza tra te e me non è molta, non siamo così lontani.
Ma siamo lontani.
Poco o tanto che importa: non ci sei, non ti vedo.
Che importa che non sei lontano.
Quando non ci sei per me sei lontanissimo, tutto è lontanissimo.
Manca la vita, quando non ci sei.
Ho imparato ad aspettare quando non sei con me.
Ho imparato, nell’attesa, a trovarti dentro di me.
Ho imparato a sedermi in casa quando invece vorrei correre da te.
Ho imparato ad aspettare che sia tu a venire .
Quando puoi.
Ho imparato a stare nella mia vita e ad amare la tua vita così come è.
Ho imparato, ma non mi parlino di poca distanza.
Quando ami, “poco” è troppo, sempre.
Quando amo, “distante” è doloroso.
Quando soffro, quando il dolore arriva, se non arrivi anche tu, ogni consolazione è troppo poco.
La consolazione di tanti non basta.
Non mi basta.
Mi basta solo sapere che arrivi.
Che stai per venire da me.
Mi basta solo sentire il tuo nome per ritrovare le forze.
E per correre io da te.
Non so cosa sarebbe successo se fossi stato qui.
So che puoi tutto.
So che puoi chiedere tutto a Dio.
Non so cosa sarebbe successo se fossi stato qui.
Ma saresti stato qui.
E con te c’è solo la vita.
E con te è vita.
Anche se si muore, con te è vita.
Ti corro incontro amore mio.
Sei tu la mia vita.
Sei tu la vita.
Sei tu la mia casa.
La casa in cui mi siedo.
La casa in cui mi riposo.
In cui torno di corsa.
Sei tu, amore mio.
Quando la mia vita muore, io penso a te.
Ti vorrei con me.
Sempre.
Non mi importa che sei vicino, che non sei distante.
Non mi importa.
Sei la mia vita, vita mia.
Non mi puoi stare vicino.
Devi stare con me.
Devo stare con te.
Allora quando arrivi.
Quando torni.
Mi precipito.
E anche se vorrei solo dirti che ti amo.
E anche se vorrei solo dirti che mi dai la vita.
A me, a tutti.
Invece ti rimprovero.
Ti dico che non c’eri.
Ti dico che mi sei mancato e che è morto tutto intorno a me.
Mi dispiace amore mio.
Mi dispiace che non ti credo sempre.
Mi dispiace.
Si.
Ora che sono con te.
Credo.
Credo credo credo.
Perdonami.

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Mentre li benediceva veniva portato verso il cielo.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 24, 46-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

 

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