La nascita di Giovanni ci dice che Dio si fa presente sempre anche prima della venuta di Cristo, lo Spirito fa sorgere profeti, ci fa arrivare segni attraverso i quali potremmo riuscire a percepire sempre lo sguardo di Dio sulla Storia e sulla nostra vita.
A volte arrivi tardi. Arrivi quando tutte le preghiere sono finite. Arrivi quando le lacrime sono secche. Arrivi quando il grembo è vuoto ormai da tanto. Tanti giorni sono passati. Tante parole ti ho detto. I desideri non me li ricordo più. E tu arrivi. E parli di vita. Di gioia. Di esultanza. Tu sei una promessa sempre giovane. Sempre feconda. Non voglio dimenticarlo più. Nelle tue mani la mia vita gioirà, esulterà. Non voglio stancarmi. So che verrai. E sarò piena.
Che bella la storia di Giovanni. Che nasce da un seme muto. E parlerà, e annuncerà. Che bella la storia di Giovanni. Che nasce da gambe stanche. E camminerà davanti a Dio. E ricondurrà i cuori dei figli ai padri. Che bella la storia di Giovanni. Che nasce da un grembo vuoto. E riempie tutto. E riempie ogni suo passo, ogni sua parola. Di Spirito Santo.
Siete giusti. Siete di stirpe nobile. Siete sposati. Siete irreprensibili. Lo siete da tanti anni. Siete sterili nel corpo. Ma non nel cuore. Non nella fede. Non nella vita. E Dio c’è. E Dio si fa vedere. E Dio si fa sentire. E il più bello tra i nati di donna, trova casa in voi. Proprio in voi. Non dovete chiedere nulla. Non dovete temere nulla. C’è solo da far festa. Che bello questo Dio dei desideri esauditi.
A noi sembra che il tempo passi. Vedo il mio corpo. E mi dico: invecchio. Vedo la mia vita che passa. E mi dico: fa bene il tuo dovere. Sii giusta. Sii irreprensibile. Ma poi arrivi tu. E mi accorgo che mi ero scordata la vita, la gioia, l’esultanza. La vita senza gioia non è feconda. Sei venuto. E mi hai portato la gioia. E mi hai portato la vita. Come ad Elisabetta. Mi hai portato lo Spirito che si è fatto vita. A lei hai tolto la vergogna. A me hai tolto la tristezza. A me hai tolto la morte. Ti amo da morire.
Mauro Leonardi (Como, 4 aprile 1959) è un presbitero, scrittore e opinionista italiano.
La nascita di Giovanni Battista è annunciata dall’angelo.
Dal Vangelo secondo LucaLc 1, 5-25
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.
Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».
Parola del Signore