Omelia del 31 Marzo 2019 – IV domenica di Quaresima
“Pausa caffè a Nazareth” è una riflessione breve, di otto minuti, sul vangelo della domenica. Una meditazione nella quale cerco di collegare il vangelo con la vita quotidiana e con la nostra prosa più normale: la frase di un giornale, le parole di una canzone. Vorrei avesse il carattere piano, proprio di una conversazione familiare. Io la intendo come il mio dialogo personale – fatto ad alta voce – con Dio e con la Madonna.
Il figliol prodigo deve solo riconoscere il volto del Padre e che tutto gli è dato per mezzo di Lui e che senza di Lui non può fare nulla. Riconoscendo questo, chi era lontano entra nell’intimità del cuore di Dio e chi invece abita nella stessa casa del Padre può correre il rischio di vivere un rapporto abitudinario e di paura e non di amore e libertà.
Mai divisi
I peccatori si avvicinano.
Cercano una parola.
E trovano una mensa.
Un pastore ha novantanove pecore ancora.
Ma senza la centesima.
Non ha nulla.
Una donna ricca ha nove monete ancora.
Ma perde una moneta.
E pulisce lei tutta casa per trovarla.
Un uomo ha due figli.
Ma uno va via.
Ma non può far festa finché ce ne è uno solo e l’altro non torna.
Perché l’amore unisce,
sempre.
E se manca uno, manca tutto.
L’amore fa desiderare di avere tutto.
L’amore non può mancare di nulla.
L’amore ha bisogno di avere accanto a sé chi ama.
Mai divisi.
Se ci amiamo.
Se tu non ci sei.
Rimango in attesa.
Non importa quanto lontano sei andato.
Non importa dove ti sei nascosto.
Non importa quanto sei diventato miserabile.
Se tu non ci sei.
Rimango in attesa.
Una pecora.
Un soldato.
Un figlio.
Quello che è mio.
Deve stare nella mia casa.
Dove io possa proteggerlo, custodirlo.
Insegnami l’amore affamato che torna a casa perché non ha più nulla.
E la fame è tanta.
Insegnami l’amore povero che rimane a casa perché non ha più l’amato.
E il desiderio che torni è tanto.
Insegnami l’amore geloso che rimane nei campi.
Perché ha paura di perdere tutto.
E non vuole entrare in casa.
Insegnami tutto l’amore che c’è.
Quello ferito.
Quello altissimo.
Quello misero.
Insegnami tutto l’amore che c’è.
Perché tu sei tutto l’amore che c’è.
E io voglio te.