Gesù, dopo la Resurrezione, ci attende in Galilea ma in vita l’ha attraversata con noi suoi discepoli. La Galilea, che è il luogo della battaglia della vita, viene traversata con Gesù, che si carica sulle spalle i dolori del mondo, i nostri ridicoli desideri di primato e ci mostra che essere re significa servire e farsi piccoli come un bambino dinnanzi al Padre.
Tu sei la mia gioia
Perché mi parli di morte?
Tu sei la mia vita.
Perché mi spaventi?
Tu sei la mia gioia.
Risorgerai?
Dove? Come? Quando?
Tre giorni senza di te?
Non posso.
Non posso.
Quando non ti capisco.
Quando quello che capisco mi spaventa.
Corro da te.
Ad abbracciarti.
Come una bambina.
Accoglimi.
Prendimi.
Tu tra le mie braccia.
E io tra le tue.
Voglio servirti.
Voglio amarti.
Ma tu tienimi nel mezzo.
Tienimi tra le braccia.
Posso essere ultima.
Se sono la prima per te.
Posso servire.
Se tu sei il padrone.
Posso essere bambina.
Se tu sei l’uomo.
Posso stare nel mezzo, esposta.
Se le tue braccia mi tengono.
Vangelo del giorno:
Mc 9, 30-37
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.