Don Maurizio Mirilli – Commento al Vangelo del 12 Aprile 2020

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LETTURA

Pietro negli Atti degli Apostoli racconta di come sia stato scelto per essere testimone di tutte le cose compiute da Gesù, della sua morte in croce e della sua Risurrezione. Quest’ultimo evento ci ha aperto orizzonti nuovi e ultraterreni, motivo per cui san Paolo, scrivendo ai Colossèsi, invita a “cercare le cose di lassù, dov’è Cristo”. Come possiamo notare dai Vangeli della liturgia odierna, tale evento fu talmente inatteso che Maria di Màgdala, dopo aver visto il sepolcro vuoto, pensò che il corpo di Gesù fosse stato portato via da qualcuno; così come Pietro che rimase interdetto davanti ai teli e al sudario, e come i discepoli di Èmmaus, che non riconobbero immediatamente Gesù risorto, quando lo incontrarono sulla via del ritorno a casa.

MEDITAZIONE

Prima di morire, Gesù aveva detto più volte che sarebbe risorto, a coloro che lo avevano seguito negli anni della sua vita pubblica. Eppure, non fu la prima cosa a cui pensarono Pietro e gli altri, quando Gesù morì e fu sepolto. Non avevano ancora compreso che Dio stava per renderli testimoni dell’evento che avrebbe cambiato la storia dell’umanità. Non pensavano che Gesù sarebbe risorto davvero. Maria di Màgdala andò al sepolcro il primo giorno della settimana, di mattino, quando ancora era buio, per andare a trovare un cadavere. Pietro andò di corsa al sepolcro appena venne avvisato dalla Maddalena che il corpo di Gesù era sparito, ma non riuscì a darsi una spiegazione dell’accaduto. Addirittura, alcuni discepoli fecero ritorno a casa loro, ad Èmmaus, ormai sconsolati e delusi, nonostante avessero ricevuto la notizia del sepolcro vuoto. Questa reticenza a credere alla Risurrezione è comprensibile. L’esperienza della morte induce noi uomini a pensare che con essa giunga la fine. Alcuni tra i più ottimisti dicono che “a tutto c’è rimedio fuorché alla morte”. E invece no! Cristo a posto rimedio anche alla morte. Anzi, in virtù della sua Risurrezione, possiamo dire che se c’è rimedio alla morte allora c’è rimedio a tutto. Per arrivare a questa consapevolezza però è necessario l’incontro con il Risorto. È necessario camminare con Lui, ascoltare la sua Parola, lasciarlo entrare nella propria vita, mangiare con Lui e riconoscerlo nello spezzare il pane dell’eucaristia. Tanti ancora oggi pensano che la Risurrezione di Cristo sia una fake news, una favola inventata, perché è un evento inatteso. Gli Apostoli, però, dopo l’incredulità iniziale, Gesù risorto lo hanno visto, e hanno dato la vita per portare a tutti questa good news.

PREGHIERA

Quando il dubbio dovesse assalirmi e portarmi a pensare che tutto, compresa la fede, sia inutile, vienimi in soccorso, Gesù risorto, fammi sperimentare la tua presenza viva, e donami la certezza che alla morte dei miei cari c’è rimedio, che alla mia morte c’è rimedio, e che a tutto c’è rimedio. Amen! AGIRE Oggi farò gli auguri di Pasqua ai parenti e agli amici, non quelli generici, ma quelli veri. Dirò a tutti, senza paura, che Cristo è davvero risorto. Don Maurizio Mirilli

Fonte: il foglietto della messa domenicale Edizioni ART