don Massimo Astrua – L’eco di una passione

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DMA T 9.tifDon Massimo nasce il 2 gennaio 1924 in una famiglia milanese. Ha 25 anni quando è ordinato sacerdote. Dopo un periodo trascorso nel seminario minore a Masnago con l’incarico di padre spirituale, diventa vice rettore del collegio di Gorla. Dal 1958 è passato all’istituto del Beato Angelico di Milano. Per poi arrivare nel 1965 a Pessano con Bornago. Qui segue per molti anni i mutilatini del collegio Pro Juventute di don Carlo Gnocchi, lavorando incessantemente anche nella parrocchia dei Santi Vitale e Valeria. 
Nello stesso 1965 fonda, insieme a don Angelo Albani, parroco di Pessano, la casa editrice Mimep Docete. In un’intervista degli anni ’80, rilasciata al settimanale Radar, don Massimo definisce così l’iniziativa: “Intorno al 1965 abbiamo organizzato una scuola di grafica per poter dare un lavoro ai mutilatini del Don Gnocchi e a coloro che non potevano frequentare regolarmente gli studi. Poiché non avevamo sussidi, abbiamo cominciato a creare delle edizioni”. La realtà della Mimep cresce e si arricchisce di sempre nuove edizioni e collaboratori. Nel 1980 sono state invitate a venire, dalla Polonia, le prime suore della Congregazione della Maria Vergine di Loreto. Il talento di don Massimo si manifesta semplicemente in tutto, è lui l’anima di ogni cosa all’interno della casa editrice, dall’aggiustare le macchine in stamperia e in legatoria allo scrivere i testi. È lui l’autore di tanti libri, di teologia, catechismo, vita dei santi e padri della Chiesa, adatti sia per gli adulti che per i giovani. Don Massimo ha una grande capacità comunicativa e riesce a rendere comprensibili i concetti sia attraverso un linguaggio semplice che con l’aiuto della grafica. Lo spirito dell’apprendere sempre qualcosa di nuovo lo nutre seguendo la sfida della tecnologia, infatti, realizza i primi film documentari, dove lui stesso è sceneggiatore, registra, attore, disegnatore, ed esecutore di tanti ruoli. Infinitamente innamorato di Gesù, si trova sempre degli esempi da seguire, ed è affascinato dal suo grande santo, San Giovanni della Croce, da cui lo pseudonimo con il quale, a volte, si firma: Jean Marie de La Croix. 
Dai santi è ispirato nello zelo e nel sacrificio; grazie alla Madonna si sente incoraggiato e tenace; per amore misericordioso di Dio è sempre pronto a tutto!

Negli ultimi anni della sua vita la malattia gradualmente gli toglie le forze e, con esse, la possibilità di rispondere ai numerosissimi impegni. Tutto ciò gli causa un grande dispiacere. Lui, però, non si arrende mai, e nel suo piccolo studio, con il computer, continua a scrivere libri, non smette di leggere e arricchire le sue già vaste conoscenze, prega e continua la sua missione di Sacerdote nella Messa quotidiana e confessando chi ne ha bisogno. Quando non riesce a dormire, di notte registra i suoi pensieri, conferenze che poi le suore hanno trasformato in CD. Diverse crisi fisiche dovute alla malattia tolgono man mano anche gli ultimi strumenti di “creazione” del suo genio. Rimane la preghiera, un silenzio in adorazione della Croce nel vero dolore fisico che patisce, e la Santa Messa, alla fine celebrata quasi sul letto, con la voce tremante e le mani, martoriate dagli aghi delle flebo, che spezzavano il pane… le sue mani che non hanno mai smesso di benedire… fino all’8 novembre 2011…

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