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don Massimiliano Scalici – Commento al Vangelo del 26 Gennaio 2025

Domenica 26 Gennaio 2025 - III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 1,1-4;4,14-21

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La Parola di Dio: una nuova creazione

Don Massimo analizza la celebrazione della “Domenica della Parola di Dio”, evidenziando l’importanza della parola di Dio nella ricostruzione di Israele dopo l’esilio, come narrato nel libro di Neemia.

Sottolinea come l’ascolto della Scrittura, come fece Gesù a Nazaret, realizza ciò che essa annuncia: la manifestazione di Cristo.

Infine, conclude affermando che la parola di Dio, trasmessa attraverso le Scritture e la testimonianza dei credenti, è viva e trasforma la vita.

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Ascolta “don Massimiliano Scalici – Commento al Vangelo del 26 Gennaio 2025” su Spreaker.

Trascrizione dell’audio non rivista.

In questa terza domenica del tempo ordinario, chiamata anche domenica della parola di Dio, le letture che ascoltiamo mettono in primo piano la natura e la forza della parola di Dio rivelata agli uomini nel corso dei secoli e che nella pienezza dei tempi si manifesta nella persona di Gesù Cristo.

Il libro di Neemia, governatore della Giudea dopo l’esilio e durante la ricostruzione di Gerusalemme, ci dice che è attorno alla parola della Torà che si ricostruisce la storia, la speranza e l’identità di Israele. Si tratta infatti di un popolo che era stato disperso a causa dell’esilio e che dopo l’esilio era diventato eterogeneo, variegato a causa di nuove etnie che si erano insediate a Gerusalemme dopo il saccheggio e la devastazione ad opera dell’Impero Assiro.

Convocare tutta questa popolazione per ascoltare la parola di Dio significava ritornare a Dio e in lui iniziare un futuro nuovo, ritrovando l’unità in un nuovo assetto fatto di diversità. La grande liturgia della parola organizzata dallo scriba Esdra e dal governatore Neemia era un segno che la parola di Dio fa nuove tutte le cose e crea una nuova storia, una nuova vita.

Nella sinagoga di Nazaret, Gesù alzatosi per leggere le Scritture affermerà che la scrittura si compia nelle orecchie di chi l’ha ascoltata, ossia che realizza ciò che essa dice e annunzia. E cosa annunzia? Che l’unto del Signore preconizzato dal profeta Isaia si manifesta, si rende presente. Ora questa affermazione di Gesù ha ripercussioni a sé importanti per tutta la Chiesa e per ciascun credente, giacché rivela cosa significa celebrare la parola della scrittura, leggerla, ma soprattutto ascoltarla. Essa infatti realizza ciò che contiene e veicola colui che in essa e per essa parla, Gesù Cristo.

Cari amici, la scrittura non ci trasmette solo le parole di Dio, ma la stessa parola di Dio che è suo figlio e perfino le nostre parole di credenti rivolte ai fratelli che incontriamo danno voce e corpo a Gesù Cristo. Ciò aumenta la portata della nostra responsabilità e l’urgenza di una testimonianza credibile. Buona domenica della parola a tutti. Voi.

don Massimiliano Scalici

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