PER COMPRENDERE LA PAROLA
Il profeta in mezzo ai suoi (Geremia o Gesรน):
โ la sua missione provoca contrasti, di cui egli per primo subisce le conseguenze;
โ coloro ai quali annuncia la parola del Signore se la prendono con lui;
โ ma Dio che lโha chiamato gli รจ accanto per proteggerlo.
PRIMA LETTURA
Questi due passi sono estratti dal cap. 1 e parlano della vocazione di Geremia.
a) Vocazione imperativa. Dio non chiede, non propone. Fa conoscere a Geremia ciรฒ a cui รจ chiamato: โTi avevo consacrato… Io faccio di te…โ.
b) Vocazione totale. Geremia, immagine di Cristo forse piรน di tutti i profeti, appartiene a Dio in tutto il suo essere. Conosciuto prima della nascita (cf il mistero del Verbo in Gv 1,1ss), in lui essere e missione sono la stessa cosa.
c) Vocazione universale, โprofeta delle nazioniโ. Abitualmente il profeta viene mandato a un popolo determinato. La vocazione di Geremia รจ piรน ampia. Quella di Gesรน si opporrร ad ogni limite. Di qui nascerร il conflitto.
d) Vocazione militante. Geremia affronterร effettivamente โi re, i capi, i sacerdoti, il popoloโ. Anche Gesรน (e tutti i cristiani con lui, dopo la generazione per la quale scrive Luca) รจ destinato a suscitare la contestazione.
e) Vocazione nella quale รจ impegnato Dio. Al suo inviato Dio promette forza e protezione.
SALMO
Canto dโun uomo che in tutta la sua esistenza ha posto la fiducia in Dio. Certamente giร vecchio, si ricorda che Dio รจ intervenuto e interviene in suo aiuto fin dai primi giorni della sua vita. Forse il salmista si ispira a Geremia.
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SECONDA LETTURA
Lโinno alla caritร รจ concretamente uno sviluppo della precisazione fatta da Paolo sullโuso dei carismi (capp. 12-14).
a) Lโamore รจ il carisma superiore a tutti (12,31 e 13,13).
b) Lโamore dร il suo valore agli altri carismi (lingue 13,1; profezie 13,2).
c) La ragione sta nel fatto che lโamore non ci mette in atteggiamento di superioritร di fronte agli altri, ma di accoglienza e di umiltร (descrizione della caritร 13,4-7).
d) Soltanto lโamore non รจ di natura effimera, di utilitร passeggera. Lโamore โnon avrร mai fineโ. Esso รจ eterno, โconosce perfettamente, come anchโio sono conosciuto (da Dio)โ. ร esperienza di Dio e dellโeternitร .
VANGELO
ร il seguito del Vangelo della 3ยช domenica.
Lโepisodio della sinagoga di Nazaret ci rivela una delle cause del conflitto che terminerร con la Passione. Tale conflitto ha le sue radici, fra il resto, nello stesso paese di Gesรน.
a) Il conflitto รจ latente nei conoscenti di Gesรน. Essi gli rendono testimonianza, ma nello stesso tempo si dicono: โEgli รจ semplicemente uno di noi, รจ il figlio di Giuseppeโ. Di questo vanno magari fieri! Invece crea difficoltร il fatto che li superi o sfugga loro. Comunque non รจ certo il Vangelo predicato ai poveri ciรฒ che crea loro difficoltร .
b) Gesรน favorisce il conflitto. Come gli altri profeti, anche Gesรน รจ mandato da un Dio che non รจ il bene particolare di qualcuno, che non รจ imprigionato da qualche particolarismo umano. Gesรน quindi non puรฒ lasciarsi accaparrare dai suoi compatrioti. Il conflitto รจ destinato perciรฒ a crescere (ad esempio: Lc 20,9-19). Luca scrive il Vangelo per i pagani, quindi ci tiene a far notare che Cristo รจ per tutti.
c) Gesรน non semplifica il conflitto, nรฉ affrettandone la fine, nรฉ sottraendovisi col suo potere divino. La scena finale (vv. 28-30) รจ enigmatica: supera la semplice realtร . In effetti, la geografia di Nazaret non permette una simile esecuzione sommaria. Inoltre il modo in cui Gesรน vi si sottrae rimane vago. Niente costringe a credere che egli abbia fatto qualche prodigio o si sia servito di qualche qualitร psicologica per sfuggire ai suoi compatrioti furiosi. Lโintenzione di Luca รจ unโaltra:
โ Gesรน deve seguire la sua strada, pur accettandone le contraddizioni, fino a Gerusalemme (la salita a Gerusalemme รจ un elemento essenziale della struttura del Vangelo di Luca).
โ Il passo precedente (4,1-13) narra le tentazioni; Luca, diversamente da Matteo, le conclude sul pinnacolo del Tempio, dove Gesรน rifiuta di gettarsi in basso, invocando lโintervento di Dio. La situazione creatasi a Nazaret รจ in qualche modo analoga. Gesรน non ricorrerร a nessun prodigio. Quindi non dimostrerร agli altri di aver ragione. Non รจ questa la sua via.
PER ANNUNCIARE LA PAROLA (piste di omelia)
Essere veramente profeta
Ogni epoca storica ha conosciuto i suoi profeti. Ogni epoca ha bisogno di profeti. Senza di loro il messaggio di Dio rischierebbe di perdere forza e sapore. Oggi nascono vocazioni profetiche, in molti campi. Ma chi รจ veramente profeta?
Non รจ profeta chi vuole. Questa vocazione รจ prima di tutto una chiamata di Dio. Dio non chiede, non propone, bensรฌ chiama, sceglie chi vuole. La 1ยช lettura sottolinea con molta chiarezza questo fatto per Geremia.
Nella vita del profeta non cโรจ niente di straordinario, di spettacolare. โNon รจ il figlio di Giuseppe?โ, si chiedevano gli abitanti di Nazaret. Eppure โerano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua boccaโ.
Lโoriginalitร del profeta sta tutta nella sua fedeltร alla Parola di Dio. Essa lo rende coraggioso (โNon spaventarti alla loro vistaโ, 1a lettura). Il profeta รจ totalmente dedito al servizio del messaggio di Dio. La sua opera lo supera e la sua personale riuscita รจ del tutto secondaria.
Il profeta per eccellenza รจ Gesรน. Egli parla con autoritร di Dio, suo Padre. Alla sua sequela i profeti non possono che ricordare la sua parola e la sua opera. La loro sorte sarร simile a quella di Cristo.
โNessun profeta รจ bene accetto in patriaโ
Gesรน, nato in una famiglia, in un popolo, in una razza, si libera da ogni influenza umana. Fin dallโinizio del suo ministero, lo dichiara espressamente a Nazaret, suo paese natale. In seguito confermerร tale indipendenza di fronte a tutti coloro che vorranno accaparrarselo.
Nellโopera di Cristo non esistono frontiere. Egli รจ profeta per tutti i popoli. I suoi se li sceglierร in piena libertร . Giร la vedova di Sarepta per Elia e il siro Naaman per Eliseo โ quindi degli stranieri โ erano stati i privilegiati della Buona Novella.
Cristo contesterร continuamente coloro che lโascoltano e lo accolgono. Le sue vedute sono piรน larghe e piรน lungimiranti. Non puรฒ essere il profeta dโun solo popolo, dโun solo ambiente, a detrimento degli altri. Questo universalismo rimarrร anche la caratteristica della Chiesa. Essa non puรฒ scegliere alcuni ed escludere altri, non puรฒ essere limitata nรฉ completamente a suo agio in alcuna razza, in alcuna comunitร umana, in alcuna cultura. Pur sentendosi a casa sua dovunque ci siano valori umani, non puรฒ insediarsi nรฉ fermarsi da nessuna parte.
Il carisma dellโamore
Lโamore รจ un carisma? Se il carisma รจ un dono di Dio, lโamore รจ il piรน grande dono di Dio.
Lโamore supera tutto ciรฒ che potremmo dire in nome di Dio (dono delle lingue e dono della profezia) e supera tutto ciรฒ che potremmo fare in nome di Dio per generositร o per eroismo. Il dono di Dio consiste nellโamare lโaltro come se stesso. In questo modo lโuomo entra nel mistero della Trinitร .
I carismi sono dono di Dio? Certamente, se partecipano della caritร . ร quanto sottolinea Paolo parlando alla Chiesa di Corinto.
Tratto da โOmelie per un anno 1 e 2 โ Anno Cโ โ a cura di M. Gobbin – LDC
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[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
QUARTA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
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Lc 4, 21-30 Dal Vangelo secondoย Luca
In quel tempo, Gesรน cominciรฒ a dire nella sinagoga: ยซOggi si รจ compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltatoยป. Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: ยซNon รจ costui il figlio di Giuseppe?ยป. Ma egli rispose loro: ยซCertamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafร rnao, fallo anche qui, nella tua patria!”ยป. Poi aggiunse: ยซIn veritร io vi dico: nessun profeta รจ bene accetto nella sua patria. Anzi, in veritร io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elรฌa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elรฌa, se non a una vedova a Sarรจpta di Sidรฒne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamร n, il Siroยป. All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della cittร e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro cittร , per gettarlo giรน. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. C: Parola del Signore. A: Lode a Te o Cristo.Fonte: LaSacraBibbia.net
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