don Marino Gobbin – Commento alle Letture di domenica 26 Gennaio 2020

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Una cosa รจ evidente: la sapienza di Dio รจ lโ€™opposto di quella degli uomini; egli sceglie gli umili e i poveri e promette loro la beatitudine: รจ una follia. La 2a lettura offre lo stesso insegnamento.

PRIMA LETTURA

Sofonia, contemporaneo di Geremia, visse in Giuda prima della presa di Gerusalemme, รจ il profeta dellโ€™ira di Iahvรจ, ma invita a cercare Dio e promette un popolo nuovo. Questo popolo nuovo sarร  un ยซrestoยป, sopravvissuto a una terribile purificazione; resteranno solo gli umili e i poveri e questi saranno beati: si troveranno ยซal riparo nel giorno dellโ€™ira del Signoreยป. ยซPotranno pascolare e riposare senza che alcuno li molestiยป.

SALMO

Il Signore preferisce ยซi giustiยป alle persone che hanno successo. Sono giusti coloro che continuano ad avere fiducia in Dio nellโ€™oppressione, nella prigionia, nel dolore, nella fame. Fare il confronto col salmo 22 o 90,7-11.

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SECONDA LETTURA

Paolo stigmatizza le cricche di Corinto che dividono la comunitร : liti fondate su prefe-renze, preferenze fondate sulla vanitร . Eppure, qual รจ lโ€™origine di questi primi cristiani? Se lo ricordino e moderino il loro orgoglio. Notare lโ€™ironia pungente di s. Paolo per inculcare lโ€™idea. Dio ha scelto queste persone modeste per confondere i sapienti. Unโ€™unica fierezza: Cristo; รจ la citazione di Geremia (9,22-23), รจ giร  lโ€™annuncio della follia della croce.

VANGELO

Le beatitudini che Gesรน, ยซnuovo Mosรจยป, proclama dal monte,1 indicano fino a qual punto lo spirito del nuovo regno (la giustizia del regno) si differenzia da quello dellโ€™antico.

Lโ€™Antico Testamento, specialmente la letteratura sapienziale, aveva giร  offerto esempi di beatitudini; ma esse si riferivano prevalentemente a uomini timorati di Dio, cioรจ onesti e religiosi. La benedizione consisteva nella salute, ricchezza, prole numerosa, moglie saggia e prudente, vita longeva e felice. La 1a lettura di oggi suggerisce giร  un superamento di questa prospettiva, ma il testo evangelico compie un vero capovolgimento di situazione: Gesรน proclama beati nel regno che รจ venuto a inaugurare coloro che non lo sono affatto secondo i comuni criteri di giudizio.

La prima beatitudine รจ, in certo senso, la sintesi di tutte quelle che seguono:
โ€“ secondo alcuni testi profetici (cf p. es. Is 57,15; 61,1) i poveri sarebbero stati i beneficiari dei beni messianici;
โ€“ la beatitudine dei ยซpoveriยป annunciata da Gesรน conferma che il tempo della salvezza messianica รจ ormai in atto;
โ€“ รจ perรฒ importante notare la sottolineatura della povertร  che fa Matteo: ยซBeati i poveri in spiritoยป (v. 2): la povertร  non รจ piรน vista come condizione sociale, ma come disposizione dellโ€™anima e del cuore, come atteggiamento spirituale interiore.
Povero non รจ soltanto colui che non possiede ricchezze; chiunque รจ privato di qualche cosa (amore, libertร , giustiziaโ€ฆ) e soffre per questa privazione รจ messo nella condizione di sperimentare la fragilitร  umana, e, quindi, di non cercare piรน nulla dal mondo, ma di aspettarsi tutto da Dio, di stare davanti a lui come un povero che ha bisogno. Scopo dellโ€™evangelista non รจ quello di esaltare la povertร  o altre situazioni limite dellโ€™esistenza umana: in se stessa la povertร  non รจ beata, rimane un male e una privazione; ma rivela che il regno di Dio va al di lร  delle concezioni umane di felicitร , di potere e di successo; le cose piรน deboli servono a Dio per manifestare la sua forza ed egli รจ presente e si fa presente in chiunque e per chiunque ha bisogno di lui. รˆ in ciascuna di queste situazioni che il regno di Dio viene; perciรฒ non รจ piรน tempo di tristezza, ma di esultanza e di gioia (v. 12a). Il regno di Dio presente in coloro a cui si rivolge il discorso (ยซBeati voiยป, v. 11) รจ in questa povertร  di spirito vissuta con un cuore che esulta nella gioia perchรฉ sa elevarsi a Dio e sperare in lui. Di qui nascono le beatitudini della mitezza, della misericordia, della puritร  di cuore (cioรจ della semplicitร  e libertร  interiore), della sollecitudine per la paceโ€ฆ

Il rapporto fra il discorso delle beatitudini e il successivo sviluppo del vangelo di s. Matteo mette in luce che Cristo stesso ha vissuto il suo insegnamento: ognuna delle beatitudini diventa una caratteristica di Gesรน e potrebbe essere spiegata e illustrata con qualche esempio della sua vita.
Chi non si sente in queste categorie, deve farsi, come Gesรน Cristo, di queste categorie, per ricevere il regno. Ma poichรฉ in Gesรน Cristo รจ Dio che liberamente e gratuitamente viene a portare la salvezza del regno, sotto il tema delle beatitudini sta anche una profonda teologia della grazia: senza Gesรน Cristo, senza il suo aiuto e la sua grazia non รจ possibile mettere in pratica la sua Parola e realizzare la giustizia del regno, la quale non รจ nientโ€™altro se non la potenza creatrice di Dio, che ci rigenera e, in Gesรน Cristo, ci rende giusti e buoni.

PER ANNUNCIARE LA PAROLA

I chiamati a far parte del regno

Gesรน dopo aver inaugurato la sua predicazione con lโ€™annuncio del regno, esplicita le caratteristiche di coloro che ne fanno parte: รจ la proclamazione delle beatitudini. Queste, mentre rovesciano la gerarchia dei valori comunemente accettata, sono la pubblica e precisa designazione di coloro che egli chiama a far parte del suo regno. I ยซpoveri di Iahvรจยป, che nelle avversitร  della vita hanno affinato il loro spirito, distaccandosi dalle speranze terrene per porre in Dio solo tutta la loro fiducia, sono, a titolo di privilegio, i primi chiamati. Nel corteo di questi ยซpoveriยป entrano quanti, a giudizio del mondo, non sono beati: gli afflitti, i miti, gli affamati e assetati di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, i pacifici, i perseguitati (cf Mt 5,1-12 โ€“ Vangelo).
Il mondo li disprezza e li considera infelici, Gesรน li proclama ยซbeatiยป. Si realizza cosรฌ lโ€™antica promessa: ยซI poveri mangeranno e saranno saziatiยป (Sal 21,27 e 145,7-10 โ€“ Sal resp.). Gesรน appare come il Messia venuto per annunciare il Vangelo ai poveri: questo รจ il segno che il regno di Dio รจ ormai in atto.

Il Messia dei poveri

Cristo รจ il perfetto esemplare di questi ยซpoveriยป; รจ il ยซpoveroยป per eccellenza, lโ€™umiliato fino allo spogliamento totale. Ha realizzato in pieno lโ€™oracolo del ยซServo sofferente di Iahvรจยป (Is 53).
Le tappe della sua vita mortale rispondono ad altrettanti aspetti della sua ยซpovertร ยป, accettata in piena adesione alla volontร  del Padre: la nascita a Betlemme, lโ€™esilio in Egitto, la vita nascosta a Nazaret, la vita pubblica, la passione e il sacrificio della croce.
Alle caratteristiche della povertร  del Messia corrispondono le beatitudini che egli annuncia ai ยซchiamatiยป nel regno. La legge delle beatitudini evangeliche รจ la legge della partecipazione al mistero di Gesรน ยซpoveroยป. Si entra nel ยซregnoยป nella misura in cui si entra nella ยซpovertร ยป proclamata e vissuta da Gesรน.
Partecipando al mistero della povertร  di Cristo, i ยซchiamatiยป avranno parte agli infiniti tesori della sua liberalitร  divina, poichรฉ egli ยซda ricco si รจ fatto povero per arricchire noi mediante la sua povertร ยป (cf 2 Cor 8,9; Fil 2,5ss.).

Il ยซrestoยป, fermento di santitร 

Piccole cause possono produrre grandi effettiโ€ฆ Un poโ€™ di polvere puรฒ bloccare la macchina piรน perfetta e far fallire una missione su Marte. ยซSe il naso di Cleopatraโ€ฆยป, diceva Pascal. Cosรฌ pure, un piccolo germe (il granellino di senapa del Vangelo, il frumento che produce il centuplo), lโ€™azione di alcune persone decise (i Dodici nel mondo pagano, i compagni di Mao dopo la lunga marcia) possono provocare reazioni a catena. Cosรฌ avviene per il ยซpiccolo restoยป.
รˆ necessario distinguere il resto ยซstoricoยป, il piccolo numero dei superstiti delle prove dellโ€™esilio, non necessariamente migliori dei morti, e il resto ยซfedeleยป, cioรจ la comunitร  pia e purificata che pone la sua speranza nella salvezza messianica. รˆ la frazione del popolo vivente agli occhi di Dio, รจ lโ€™รฉlite religiosa e il lievito della santitร ; la qualitร  prevale sempre sul numero (cf lโ€™esercito di Gedeone: Gdc 7).

A poco a poco il popolo di Dio si identificherร  con ยซi poveri di Iahvรจยป. Iahvรจ si compiace del suo popolo: incorona gli umili di vittoria (Sal 149,4), salva il popolo degli umili (Sal 17,28), ha pietร  dei suoi miseri (Is 49,13), anche se vengono da lontano e dal paese dโ€™Egitto (cf Is 12).
Gli scampati saranno mandati a portare la loro testimonianza ยซai lidi lontani che non hanno udito parlare di meโ€ฆ essi annunzieranno la mia gloria alle nazioniยป (Is 66,19). Nel Nuovo Testamento, coloro che si stringeranno a Cristo con tutto il cuore โ€“ provenienti dal giudaismo o dalle nazioni โ€“ formeranno il nuovo lievito, il nuovo resto. Questo resto sarร  la Chiesa. Ma anche la Chiesa nel corso della sua storia rischierร  di sclerotizzarsi e avrร  sempre bisogno di essere scossa, spolverata. รˆ questo il ruolo dei veri ยซpoveriยป, chierici o laici, grandi ordini o piccole comunitร , individui di statura eccezionaleโ€ฆ, che prendono sul serio la lettera e lo spirito del Vangelo, che mettono in evidenza le esigenze della santitร  di cui le beatitudini sono lo statuto.

Ciascuno di noi puรฒ essere questo piccolo resto, e far risplendere qualcosa delle beatitudini e della follia dellโ€™Amore di Dio per noi. รˆ ancora un paradosso del Vangelo che i migliori provengano dalla massa e non abbiano bisogno di onori o di potere per svolgere una funzione trainante.

Le beatitudini oggi

Le beatitudini ci interpellano come interpellavano i farisei โ€“ quando ci comportiamo come loro, soddisfatti di noi โ€“ e come interpellano gli umili che cercano Dio, invitandoci a uno spogliamento interiore.

Si possono vivere le beatitudini soltanto se si prende sul serio il loro significato concreto: non cโ€™รจ spirito di povertร  se non si capiscono coloro che sono provati dalla povertร  materiale (mancanza di denaro, di alloggio, di nutrimentoโ€ฆ, cf Mt 25: ยซHo avuto fame e mi avete dato da mangiareโ€ฆยป). ยซBeati i poveriยป significa anzitutto agire perchรฉ i poveri vivano meglio: che non ci siano piรน le bidonvilles, i vecchi abbandonati, i proletari schiacciati dalla macchina economicaโ€ฆ Il regno dei cieli รจ giร  iniziato dove cโ€™รจ lโ€™amore. Lโ€™amore non spinge soltanto ad avvicinarsi ai poveri, a chinarsi su di loro, a occuparsi di loro; lโ€™amore autentico cerca lโ€™identificazione. Fa ricercare la povertร  a motivo di Gesรน Cristo, rende effettivamente povero in spirito; fa comprendere i poveri e consente unโ€™azione efficace.

Certo, la vastitร  dei problemi della povertร , della giustizia, della pace, del perdono ci supera: ma ยซDio ha scelto ciรฒ che nel mondo รจ debole per confondere i fortiยป (2a lettura). Cosa cโ€™era di piรน debole del neonato di Betlemme, del carpentiere di Nazaret, del crocifisso del Golgota? E dei pescatori del lago? E di s. Vincenzo deโ€™ Paoli, parroco di Chร tillon? E di tanti altri?โ€ฆ

Fonte

Tratto da โ€œOmelie per un anno 1 e 2 โ€“ Anno Cโ€ โ€“ a cura di M. Gobbin – LDC

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