Don Mariano Landini – Commento al Vangelo di domenica 18 Ottobre 2020

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Senzโ€™altro al centro della liturgia della Parola di questa domenica spicca il motto famoso di Gesรน: ยซRendete a Cesare quel che รจ di Cesare e a Dio quel che รจ di Dioยป, che รจ entrato nel linguaggio comune, anche se con un errore di fondo; infatti in genere si dice ยซdate a Cesareโ€ฆยป, in realtร  il dare รจ molto diverso dal rendere. Rendere a Cesare e a Dio significa ridare a ciascuno quello che รจ giร  suo: al primo la moneta, che era sua perchรฉ cโ€™era impressa la sua immagine; ciรฒ che invece รจ giร  di Dio, con impressa la sua immagine, รจ lโ€™uomo fatto a sua immagine e somiglianza. Noi siamo di Dio, gli apparteniamo e lui รจ lโ€™unico nostro padrone, come ribadisce anche il profeta Isaia nella prima lettura, dove afferma che anche il grande Ciro, che avrebbe liberato il popolo dallโ€™esilio, รจ uno strumento nella mani di Dio, perchรฉ… ยซIo sono il Signore e non cโ€™รจ alcun altro, fuori di me non cโ€™รจ dioยป.

Da questa considerazione scaturiscono diversi insegnamenti validi per noi oggi. Il primo รจ che noi cristiani dobbiamo rendere a Cesare… Con questa frase Gesรน condanna tutte le tendenze spiritualiste, isolazioniste, intimistiche della nostra fede: noi viviamo nel mondo, anche se non gli apparteniamo e dobbiamo impegnarci perchรฉ questo mondo vada bene. Lโ€™allegra e continua evasione fiscale praticata senza pudori da molti cristiani, soprattutto benestanti, non รจ solo un reato, ma anche un peccato molto grave. Inquinare lโ€™ambiente, danneggiare i beni pubblici, violare il codice della strada e, in genere, le leggi statali, sono colpe morali oltre che civili e ne dovremo rendere conto a Dio, oltre che a Cesare.

Il secondo insegnamento รจ che dobbiamo rendere a Dio… Nessun Cesare di questo mondo, cioรจ nessun governo, uomo politico, struttura finanziaria, economica, scientifica, idoli vari della moda, dello sport e cosรฌ via, puรฒ vantare diritti su ciascuno di noi e sulle nostre vite. Questa รจ la grande libertร  dei figli di Dio, perchรฉ solo se riconosceremo il Signore come nostro unico padrone saremo veramente liberi. Inoltre rendere a Dio significa anche che il cristiano deve rifiutare ogni identificazione di un partito o di un movimento politico col regno di Dio; deve escludere ogni tentazione integralista religioso – politica in cui si voglia identificare il vangelo con un sistema di potere. Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, stabilisce saggiamente la nostra Costituzione.

Sulle monete dei tempi di Gesรน cโ€™era lโ€™immagine di Tiberio con la scritta ยซdivus et pontifex maximusยป, una bestemmia per gli ebrei, ma anche per noi cristiani. Tiberio รจ morto, come i suoi successori, come sono morti glโ€™imperatori e i re della storia, i dittatori sanguinari del secolo scorso, come moriranno coloro che oggi guidano il mondo, Dio invece rimane per sempre. Facciamo cuocere nel loro brodo i vari Cesari che la vita ci fa incontrare, con quella superioritร  morale di chi sa di appartenere solo a Dio e con la consapevolezza che รจ bello e dolce avere un tale padrone.


A cura di Don Mariano Landini per Toscana Oggi

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