Dio permette il dolore donando la gioia per sopportarlo!
Dopo aver fatto il primo annuncio della sua morte, GEsù sente il bisogno di prendere i suoi tre preferiti e di… portarli a fare un aperitivo, diremmo oggi. Li porta in un posto esclusivo e lì accade qualcosa di eccezionale. Elia e Mosé, mi direte? Ma che! Quelli sono effetti speciali e basta. La vera eccezionalità è avvenuta nel cuore dei discepoli ed in particolare di Pietro che scoppia per la gioia.
I convenuti vedono Mosè ed Elia solo e soltanto perché in qualche modo la loro gioia era talmente forte da averli sparati su dritti in paradiso. Era una montagna alta, certo, ma il loro cuore era ancora più in alto. Scusatemi tanto, ma io, più che desiderare di vedere due morti che parlano, desidererei poter avere ogni giorno il cuore che batte forte come quello di Pietro che dice a Gesù: rimaniamo qui per sempre. Solito testone di Pietro, come sempre: ottime intuizioni, ma pessime realizzazioni. Se Gesù ci da momenti così intensi di gioia non è per farci rimanere fuori dalla realtà, quanto piuttosto per farcela vivere con più intensità.
Una volta mi è capitata una cosa simile. Era un periodo difficile e triste della mia vita. Il mio Vescovo mi chiamò e per diverse ore siamo stati a chiacchierare. Mi ha detto cose belle. Il mio cuore era lieto. Quando son tornato a casa, era come se la realtà fosse cambiata: non era cambiato nulla, a cambiare ero stato io. Così è stato per i discepoli. Una volta tornati a valle erano diversi: sicuri che a Gerusalemme – qualunque cosa fosse successa a Gesù – sarebbe stato comunque un enorme successo.
AUTORE: don Marco ScandelliSITO WEB CANALE YOUTUBE