Le parabole non sono racconti moralistici!
Oggi leggiamo i versetti 26-34 del IV capitolo di san Marco. In essi si dice in modo molto chiaro che Gesù usava trattamenti particolari per i suoi discepoli, ai quali spiegava le cose in modo più semplice.
Mentre per il resto dei suoi uditori (la folla, i passanti, i curiosi, gli scettici) Gesù era solito usare delle parabole, cioè dei racconti di per sé di facile comprensione, ma che diventavano “oscuri”, in quanto si capiscono solo se si é in possesso della giusta chiave di interpretazione, che poi altro non è che la vita nella fede.
Per noi oggi é più facile capire le parabole perché sappiamo già qual é il loro senso nascosto e per di più noi siamo credenti, siamo cioè dei discepoli. Eppure a volte capita ancora di fraintenderle, soprattutto in senso moralistico: perché riduciamo il cristianesimo a “cose da fare” e non lo viviamo come un “amore” spassionato e consapevole.
AUTORE: don Marco Scandelli | SITO WEB | CANALE YOUTUBE