La ricetta per essere felici? Cercare l’essenziale e condividere ciò che si ha!
“Qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perché attendiamo?”. Scriveva così Cesare Pavese nel proprio diario, dimostrando che l’uomo è strutturalmente attesa di un salvatore. Oggi come ieri, anche se poi la frenesia delle nostre giornate ce lo fa spesso dimenticare, noi stiamo aspettando che qualcosa accada, che una novità irrompa nella nostra vita e che i problemi irrisolti dell’esistenza trovino finalmente una spiegazione e un senso.
Di seguito il video e la trascrizione dell’audio (non rivista) generata automaticamente da Youtube e adattata tramite IA.
Trascrizione
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Qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perché attendiamo? Scriveva così Cesare Pavese nel proprio diario, dimostrando che l’uomo è strutturalmente attesa di un Salvatore. Oggi, come ieri, anche se poi la frenesia delle nostre giornate ce lo fa spesso dimenticare, noi stiamo aspettando che qualcosa accada, che una novità irrompa nella nostra vita e che i problemi irrisolti dell’esistenza trovino finalmente una spiegazione e un senso.
Sono Don Marco Scandelli e anche oggi proverò con voi a rileggere, attualizzandolo, il Vangelo che la Chiesa ci propone. Siamo al terzo capitolo di San Luca, versetti 10-18.
Un Vangelo particolare, quello di oggi, perché l’unico protagonista dichiarato è Giovanni il Battista. È lui che viene interrogato dalle folle, è lui che risponde con la necessità di farsi battezzare e cambiare vita. Gesù non viene neppure nominato, non è fisicamente presente, ma la buona notizia che ci viene comunque annunciata è che lui verrà, che non tarderà.
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Giovanni ci chiede un po’ di pazienza e, se ci pensate, allora significa che questo Vangelo è attualissimo. Anche noi attendiamo, anche noi aspettiamo. Anche oggi il Signore non lo vediamo, ma proprio noi, come tutti gli uomini di buona volontà, ci interroghiamo su che cosa possiamo fare, su che cosa significhi fare la nostra parte, su come poter rendere la nostra vita migliore. Così come fecero con Giovanni.
In poche parole: come essere felici? La ricetta di Giovanni è, peraltro, semplice: cercare l’essenziale e condividere quanto si ha con gli altri. Una formula che va adattata ad ogni situazione, ma che nei fatti può funzionare con tutti, anche con coloro che sono più lontani dalla fede.
Un tempo erano i soldati, oggi potrebbero essere i conviventi, gli atei convinti o coloro che hanno abbandonato la Chiesa perché scottati da qualche brutta situazione. In fondo, credo che le parole del Battista ci vogliano far ragionare sul fatto che, se vogliamo essere fautori del cambiamento del mondo, dobbiamo cominciare cambiando noi stessi.
Che poi, a pensarci bene, è questo il compito di ogni uomo: provare ad essere la versione migliore di se stessi. E quando una persona vive così, beh, non sta facendo altro che preparare il suo cuore all’incontro con il Signore.
Ecco perché, nella chiusura del Vangelo, Giovanni dice che, quando verrà il Cristo, raccoglierà il frumento nel suo granaio. Che cosa vuol dire, in altre parole? Un uomo che vive in semplicità e condivisione è capace di ascoltare la voce di Dio e metterla in pratica, anche se esternamente si ritiene un lontano.
E tu? Che desiderio hai nel cuore? Che cosa veramente cerchi? Sei felice delle tue scelte?
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A presto!
AUTORE: don Marco Scandelli | SITO WEB | CANALE YOUTUBE