La nascita di Gesù: ha ancora senso parlarne?
Dopo 2000 anni, ha ancora senso confrontarsi e parlare della nascita di Gesù?
Il brano di oggi è contenuto nei versetti 16-21 del capitolo 2 di San Luca. In questo testo viene riproposto l’incontro dei Pastori con la Santa Famiglia, cioè con Giuseppe, Maria e Gesù, avvenuto il giorno stesso della nascita del Salvatore, con una piccola annotazione finale riguardante la circoncisione del bambino, avvenuta otto giorni dopo, secondo la legge ebraica.
Sebbene la famiglia si trovi in una situazione precaria e di indigenza, Luca descrive Gesù come “adagiato” nella mangiatoia, quasi che quel cumulo di paglia fosse un trono caldo e soffice. Infatti, ad una lettura attenta, non può non sfuggire il fatto che non ci siano né rivendicazioni a favore della povertà, né lamentele per la condizione inospitale nella quale la famiglia di Giuseppe era riuscita a trovare riparo dal freddo.
C’è piuttosto nell’aria uno stupore diffuso per la testimonianza straordinaria dei pastori che erano stati mossi dalla schiera di angeli ad andare alla capanna di Bethlemme. Ma tutte queste sottolineature e questi particolari, cosa dicono alla nostra vita? Anzitutto ci insegnano il modo in cui vivere con dignità anche nelle condizioni più avverse.
Giuseppe, uomo che certamente aveva la preoccupazione di trovare un luogo ospitale per la sua sposa e per il piccolo Gesù – credete che se avesse potuto, non avrebbe affittato una suite in un hotel a 5 stelle, non avrebbe desiderato il meglio per loro? – non si preoccupa del freddo, non ha paura della notte: si fida di Dio e da Lui si lascia orientare a quell’umile dimora che sebbene non fosse una suite, riuscì ad accogliere nel migliore dei modi il Re dei re.
AUTORE: don Marco Scandelli | SITO WEB | CANALE YOUTUBE