Dopo “L’imbarazzo di Dio”, Marco Pozza torna a raccontare il vissuto di Gesù, il Nazareno. Con lo stile dissacrante e profondo che da sempre lo caratterizza, Pozza – cappellano di un carcere del nord-est, teologo e scrittore – ci narra di “un Dio in agguato”, che “s’intrufolò tra le viuzze assolate di una terra di confine: vi rimase per un po’ di anni. Compiuti i trenta, scelse d’andare via di casa”. Un Dio che si guadagna “il pane con le reti”, in grado di mandare “su tutte le furie lo sbruffone di Lucifero ” e che “in mille giorni rimise mano al terrestre”, dando il via a “una strana faccenda che ancor oggi aizza le folle”.
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“La Misericordia di cui parla Papa Francesco non è un teorema e nemmeno una favoletta inventata. Dietro le sbarre, e dico purtroppo per me che pure mi devo ricredere, la misericordia è una manovra molto seria e quando il cielo la compie riesce a partorire dei capolavori”.
Dall’intervista a Radio Vaticana
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