don Marco Pozza – Commento al Vangelo di domenica 4 Dicembre 2022

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In quel tempo – che è sempre il mio tempo – si coltivava la passione per il rumore e il chiasso per riuscire a sfuggire da se stessi: da quand’esiste il mondo le anime felici e deluse hanno estremo bisogno del rumore per venir distolte dal guardare la loro infelicità. Il mondo, tutt’attorno, applaude gioioso: non c’è niente di più facile da controllare di una persona infelice. Anche viceversa: nessuno è più incontrollabile di una persona che abbia la felicità nel cuore.

Motivo per cui una società sognerà sempre d’esser popolata d’infelici: la controllerà meglio. É per questo che uno come il Battista, tempo al tempo, dovrà scomparire il prima possibile dalla circolazione: perchè ricorda all’uomo come disporsi per tentare di essere felice. “E’ urgente! – grida quest’anticipaticissimo profeta – Non c’è più tempo da perdere: è necessario tornare ad essere felici, perchè senza la felicità anche la vita, persino la libertà, diventeranno insopportabili”.

Per tale annuncio l’accusa che gli riverseranno addosso gl’infelici al potere sarà d’essere molesto: questo suo disturbare l’uomo che dorme avvolto in una trapunta d’infelicità, non passerà tempo che glielo faranno pagare al prezzo della vita. “Chissenefrega!” – và pensando lui -: nessuno potrà convincermi che la pipì sia pioggia. Pisciatemi pure in testa, ma la pioggia ha un sapore tutto diverso”. Punto e a capo.

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Non teme i rumori del mondo Giovanni: sa bene che è il timore di provocar l’inimicizia del mondo a scoraggiare un uomo dal convertirsi. Per questo, sotto il peso delle minacce, predica soprattutto la conversione: «Convertitevi, perchè il regno dei cieli è vicino!» Col punto esclamativo in allegato. La sua vita è tutta una lotta contro l’abusivismo dei rumori: “Non lasciatevi distrarre dai rumori: i passi di chi è in arrivo, pur leggeri, li potrete udire se liberate l’udito dal cerume depositatosi dentro”.

Non annuncia tempi migliori questo metereologo di Dio: le sue previsioni non sono né fosche, né ottimiste. Sono l’invito ad aprir la finestra e a capire coi propri occhi che tempo farà. Il tempo che farà, nel tempo, s’è fatto il suo cavallo di battaglia: frequentando i suoi contemporanei, s’era accorto ben presto che molte di quelle anime – di ieri e di domani, anche di oggi – somiglian a quegli uomini che passano tutto il giorno dentro una camera buia, lamentando la difficoltà di trovare una luce, quando basterebbe aprire la finestra per vedere che «il regno di Dio è vicino!» 

Così vicino, sotto i nostri occhi, che certe volte è difficile da riconoscere proprio per la sua vicinanza, non per la sua lontananza: la sua voce, vivaddio, potrà anche eclissarsi nella nausea che segue il peccato, nel disprezzo del proprio sentirsi peccatori. “Non c’è anima – và dicendo – alla cui porta Dio si arrenda dal bussare”: la tragedia non è la pena di un’anima ma il fatto che ignori quanto la salvezza le sia vicina: «Il regno di Dio è vicino!»

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Le previsioni del tempo erano sempre le solite in quel tempo, nel nostro tempo, in qualsiasi tempo: “Cielo soleggiato, mare poco mosso, venti deboli”. Previsioni che non scontentavano nessuno: pochi, invece, avevano il coraggio d’annunciare che il sole splendeva a picco, che il mare era furibondo, che i venti s’annunciavano impetuosi. Il Battista, in fatto di previsioni, scelse di non mentire a chi gli chiedeva che tempo avrebbe fatto l’indomani mattina: «Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? (…)

Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco». La pagherà cara questa sua grazia della lucidità, questo gran dono della schiettezza: certe menti, nel frattempo, rimarranno troppo orgogliose per sapersi abbassare. Non s’accorgono che, dritti in piedi, nella grotta si farà fatica ad entrare, perdendosi l’appuntamento con la bellezza.

“Svuotatevi! – continuò a gridare fino all’ultimo questo metereologo screanzato – una mente vuota Dio la potrà riempire: un’anima orgogliosa rimarrà impenetrabile alla grazia”. Scelse di vivere la sua fede a petto-nudo, mentre la moda pubblicizzava gli impermeabili.

Commento a cura di don Marco Pozza.

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