Discorsi da messa-prima
Niente da fare: proprio non ci arrivano gli apostoli. Proprio non ci arriviamo noi, discendenti diretti dei primi amici del Cristo. Che nessuno venga a dire, poi, che i tempi sono mutati: siamo ancora esattamente ยซin quel tempoยป come ama specificare il vangelo.
In quel tempo, cioรจ nel nostro tempo, dove i discorsi sono gli stessi dโallora, discorsi imbastiti allโombra del campanile: ยซMaestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perchรฉ non ci seguivaยป. Glielo dicono cosรฌ sfacciatamente e ingenuamente che ti viene da pensare che lo pensassero per davvero; che, dicendolo, si sarebbero portati a casa il piรน bellโapplauso tra quelli che il Cristo aveva loro sinora riservato.
Gli dicono, in parole povere, che scacciare il male cercando di accendere del bene lo possono fare soltanto loro. Perchรฉ solamente loro hanno lโautorizzazione ad agire in nome e per conto di Dio, quandโinvece ยซio so e sento che fare del bene รจ la vera felicitร di cui il cuore umano puรฒ godereยป (J.J. Rousseau). Sono convinti, in parole povere, di essere loro coloro che hanno lo Spirito Santo in tasca. Dio รจ un affare loro, proprietร privata loro. Lโaltro รจ brutto, sporco, cattivo non perchรฉ lo sia veramente ma ยซperchรฉ non ci seguivaยป. Detto con linguaggio di parrocchia contemporaneo: โNon รจ dei nostri, donโ. Di quelli che vengono alla messa, in parrocchia, che si smazzano per pulire chiesa, patronato e dintorni.
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Cristo, da parte sua, si sarร imposto (per lโennesima volta) di non cedere a nessun sconforto: โTesta bassa e pedalare, vecchio!โ avrร ridetto chissร quante volte a se stesso nei mille giorni passati in loro compagnia. E prova a fare dโuna vigliaccaggine unโoccasione di crescita personale: ยซNon glielo impedite, perchรฉ non cโรจ nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me: chi non รจ contro di noi รจ per noiยป. Anche troppo galantuomo รจ Cristo con la nostra cafonaggine tipica della messa-prima: โAmici, imparate a non invidiare chi fa del bene: applaudite e poi cercate di fare meglio di loroโ.
Al cuore del Demonio, Cristo la sa molto bene, non ci sta il male come tutti amano pensare: al cuore di Satana ci sta lโinvidia. Ecco perchรฉ, anche nei Vangeli, se lโinvidia fosse un lavoro, non ci sarebbe mai il problema della disoccupazione. Il fatto รจ che la loro osservazione (chโรจ ancora oggi la nostra di cristiani) nasce da una preoccupazione spicciola: che gli altri portino via a loro il cartello con scritto โConcessionario autorizzato del beneโ.
La notizia positiva cโรจ: gli amici di Gesรน si rendono conto che fare del bene รจ bello. La correzione รจ altrove: questa bella capacitร di fare del bene non รจ solo nostra, ma รจ di tutti gli uomini e le donne di buona volontร . Tanto che โ sembra dire Cristo โ qualcuno non ci segue con la spilla dellโoratorio sulla maglietta, ma nel cuore รจ dei nostri. Pur continuando a viaggiare apparentemente in borghese, da solo, senza tesserarsi in parrocchia.
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La missione continua: non sโinterrompe nemmeno dopo questa ennesima defaillance apostolica. Cristo, dopo lโinciampo, rilancia lโandatura: โA voi che siete miei amici โ sembra ripetere โ spetta il compito di far nascere la curiositร di incontrare Me: con la vostra testimonianza, il vostro modo di vivere curioso, il vostro sorriso sulle labbraโ. Poi la richiesta di collaborazione piรน feroce: โPerรฒ vi chiedo, se potete, di lasciarmi la libertร di fare anche quello che voglio io, senza dover sempre chiedere prima il permesso a voi. Io sono Dio, punto: questa cosa qui (sono io Dio e non voi) non scordartela maiโ.
ร cosรฌ che rinasce nel cuore di Cristo la bella certezza che il mondo โ anche se non va ancora a messa โ non รจ brutto, sporco e cattivo: รจ il mondo. E dentro il mondo cโรจ una percentuale alta di bontร e di bellezza che non dipende dal tesseramento annuale in parrocchia ma dalla libertร che si prende Dio di andare e venire dove vuole, a piacimento. Rimane un fatto: che la poca fiducia in se stessi, sovente rende assai invidiosi.
Per gentile concessione di don Marco Pozza – Fonte