don Marco Pozza – Commento al Vangelo di domenica 29 Novembre 2020

RiarTiamo

Il Dio cristiano pare abbia seri problemi di memoria, che sia affetto da una rarissima forma di amnesia cronica. Somiglia ad una madre, quella smemorata, ch’è sempre pronta a gettare sul tavolo, (ri)giocandolo ogni volta, il verbo tipico della dimenticanza: “RiparTiamo”. Coniugato così, alla prima persona plurale, in versione collettiva: “Riparti tu, riparto anch’io con te, dai che ripartiamo tutti due assieme”. Letto così, poi, suona come un intreccio tra due verbi: ripararare più amare. Una sorta di annunciazione di lavori in corso: “Ti riparo così riparti, riparti che ti riparo”.

Il verbo dell’indomani: del giorno dopo una disfatta, un tradimento, una storia andata a rotoli. Pazientate se il Dio cristiano è fatto così! Dev’essere capitato, avendo a che fare con gli uomini, che abbia dovuto imparare la regola per non morire di disperazione: amare è fare fiasco diciannove volte e crederci che la ventesima sarà la volta giusta. Non ricordano, Iddio e le madri, che l’altra volta avevano giurato che quella sarebbe stata l’ultima: “Questa volta va così, ma se ricapita sappi bene che non riparto più con te!” Pare dicano sempre così loro due: che stavolta sarà l’ultima, che non ce ne sarà un’altra. Poi, però, sono lì che lo posticipano sempre di una volta questo allarmante ultimatum d’amore.

L’Avvento è il modo che Dio ha di ammettere questa malattia cronica. Gli hanno appena svaligiato la casa per colpa nostra: Lui che cosa fa? Ci rimette in mano le chiavi di casa sua; «Come un uomo che è partito dopo aver lasciato la propria casa e aver dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare». Così è fatto il Dio-smemorato dei cristiani, quello che ha una memoria da elefante: assomiglia alla fiamma di una candela. Avete presente come si comporta quella fiamma quando tu capovolgi la candela? Lei continua a protendersi verso l’alto, cerca in tutti i modi di non spegnersi, è come una ginnasta che s’allunga all’inverosimile alla ricerca dell’aria. Eccolo Dio: noi a capovolgere la candela della sua storia con noi, Lui che si ostina a credere che la fiamma non si spegnerà.

Riparte, dunque, come un viaggiatore con la valigia in mano: più che per necessità se ne va per virtù, perchè se non partisse l’uomo sospetterebbe che Dio non si fida più di lasciargli in custodia la casa: la quale cosa avrebbe i suoi motivi. Invece (ri)parte, stranissima partenza: parte perchè, se rimanesse, l’uomo si addormenterebbe, non si rimboccherebbe le maniche, starebbe sempre seduto ad aspettare che le cose accadano. Invece Dio, un po’, gioca a nascondino: parte, fa finta di andare a nascondersi, poi aspetterà che lo andiamo a cercare. Oppure – ha un modo tanto strano di giocare Dio – verrà all’improvviso: «Vegliate: voi non sapete quando il padrone di casa tornerà» (cfr Mc 13,33-37). Ha coraggio in esubero uno così. Più che coraggio è fiducia: «Il modo migliore per scoprir se ci si può fidare di qualcuno è dargli fiducia» (E Hemingway).

L’uomo, comunque, resta un fatto strano: ha il barbiere di fiducia, il barista di fiducia, il libraio di fiducia, il menù di fiducia. Ha tutto (di fiducia), eppoi scopre che gli manca la fiducia. Ha quella di Dio ma, questa, fatica ad accoglierla: si è bloccato all’ultima volta, quando si è sentito dire che sarebbe stata l’ultima. Non crede alla smemoratezza di Dio, professa vede solamente nella sua rivalsa, gli viene difficile credere ad un’altra possibilità. Dio, invece, è così: smemorato non sbadato. Lo sbadato dimentica tutto, Dio non dimentica tutto: solo il male fatto si dimentica, ma il bene compiuto nessuno glielo toglie dalla testa.

Per questo che ogni volta ci dice “RiparTiamo”: perchè intravede una potenzialità, un principio di desiderio, una fessura. Riparte, dunque. Si allontana davvero? Macchè, tutto un gioco: parte per farci ripartire, se ne va perchè Gli andiamo dietro. È strambo questo viaggiatore: allontanandosi è come se accorciasse le distanze tra noi e Lui, da lontano pare tutto più vicino. «Fate attenzione», però, ha lasciato scritto.
Che, nel frattempo, i Suoi amori non si perdano in sogni di poco conto.

Commento a cura di don Marco Pozza

(Qui tutti i precedenti commenti al Vangelo di don Marco)


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