Eโ partito da poco il Maestro cresciuto nella carpenteria di Nazareth: eppure, a sentire da come parla, pare giร abbia vissuto altre vite prima di questa.ย ยซBeatiยปย รจ la prima parola con la quale decide di arringare le folle che iniziano ad andargli appresso. Cosรฌ parlando, giร annuncia di che pasta รจ fatta la sua missione, per quale ragione รจ venuto al mondo, di cosa si (pre)occuperร negli anni a venire: รจ della felicitร che Gli interessa parlare. Pur muovendo i primi passi, da qualche parte ha giร respirato lโaria che tira: non cโรจ niente di piรน facile da sorvegliare di un infelice e non cโรจ nulla di piรน incontrollabile dโuna persona felice.
Per questo, appena gli fu dato ascolto, parve chiaro a chi gli dava retta la ragione per cui ogni societร tenta di tenere basso il livello di felicitร : per governare meglio i cuori, pare ovvio. Poi, una mattina, sโimprovvisa Lui: semi-sconosciuto, figlio di una terra sconsiderata, allenatosi a predicare tra casa e bottega. Arriva eย pum!, spara la sua prima cartuccia: โNon ci potrร essere felicitร , amici miei โ sembra quasi sentirlo parlare su quellโaltura che si affaccia sul mare di Galilea โ se le cose in cui crediamo saranno diverse da quelle che noi facciamoโ. Detto e fatto. Dโora innanzi tutto il suo furore profetico andrร indirizzato giusto a questa causa: non tanto che gli uomini siano felici, quanto che gli uomini desiderino diventare felici. Al suo seguito, non ci potrร mai essere felicitร senza libertร .
Anche la libertร di chi sogna di rimanere infelice, nonostante tutto.
Per nove volte la lingua batte dove il dente duole: ยซBeati!ยป Chi? I poveri in spirito, quelli che hanno le lacrime, i miti, gli affamati e gli assetati di giustizia, quelli dal cuore puro, chi si spezza la schiena per la fare la pace, chi viene ingiustamente malmenato dalla giustizia. La sua gioia, strada facendo, sarร quella dโincrociare degli uomini e delle donne che, avvertendo la felicitร ad un soffio da loro, inizieranno a riflettere tra sรฉ: โQuasi quasi mollo tutto e divento feliceโ. Quando ciรฒ accadrร , Cristo mostrerร dโessere andato a bersaglio: Lui, giร dalle prime parole che pronuncia, sembra proprio essere di quelli che entrano nella tua vita per farti felice, non di quelli che entrano nella tua vita per farti cambiare idea della felicitร . E in quanto a felicitร , dice cose cosรฌ piccole e diafane dโapparire persino ingenue: โLasciate che sia Dio a riempire i vostri cuori!โ Cose cosรฌ, di questo tipo. E, cosรฌ dicendo, mostra dโandare giusto in controtendenza con gli altri leader dellโepoca: quelli che predicavano la piena realizzazione di se stessi, anche a scapito dellโintera umanitร . Perchรจ โ comโรจ difficile dargli contro โ sovente cerchiamo la felicitร nei posti sbagliati, abbiamo riposto la speranza su persone sbagliate. O che, tuttโal piรน, non sono state poi in grado di soddisfare la mostra sete. Di mantenere le promesse fatte.
Invece di lavorare inย orizzontaleย Cristo decide che il suo lavoro sarร tutto inย verticale: non ci sarร felicitร se lโuomo non terrร gli occhi rivolti verso le altezze. Leย beatitudiniย sono la sua magna charta, il suo manifesto programmatico: il suo regno, per come se lโรจ immaginato, sarร popolato diย hombre vertical: non solo gente dalla schiena diritta (il che sarebbe giร tanto a guardare come fila storto il mondo), ma gente capace di sollevare il loro sguardo in verticale, verso il cielo. Il giorno in cui insegnรฒ alle folle il modo per diventare felici, perรฒ, firmรฒ anche la sua sentenza di morte: รจ vero che tutti vogliono diventare tali ma rimane il fatto che i modi che Lui indica resteranno diametralmente opposti a quelli che il mondo sarร disposto ad accettare. Cristo pronunciรฒ il suo discorso sulla felicitร in maniera cosรฌ divina che nessuno potrร dire: โIo scelgo la terza beatitudine: รจ quella mia. A me, invece, piace la settima!โ Ci potrร essere una sensibilitร piรน spiccata per qualcuna, ma la beatitudine รจ una sola: Dio. Per questo funziona il โtutto o nienteโ: il sogno di Dio รจ un tuttโuno, non si potrร nรฉ capire nรฉ acciuffare se lo si prenderร a spizzichi. Sono parole, queste, che reggono sulle spalle venti secoli di fascino e di martirio. Parole sulle quali ancora non รจ tramontato il sole.
Per gentile concessione di don Marco Pozza – Fonte