don Marco Pozza – Commento al Vangelo di domenica 27 Agosto 2023

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Mi ami? Ma quanto mi ami?

Una domanda così, dopo due anni di convivenza nient’affatto pacifica, era lecita, se non doverosa tra innamorati: “Chi sono io per te, Pietro? Puoi dirmelo, per cortesia?” D’altronde, quando Lui perdette letteralmente la testa per loro, la prima cosa che Gli venne in mente di augurare a quella ciurma di pescatori non fu un insignificante “Buona fortuna, gente!”, ma augurò loro d’innamorarsi di un qualcuno che facesse loro (ri)battere il cuore perpetuamente.

Non era gente pronta a spogliarsi con le parole di fronte al primo che li interrogava ma, qualora uno avesse voluto coglier l’essenziale nascosto in piccolissimi dettagli – uno su tutti quella prontezza fanciulla d’essergli andati dietro all’istante – avrebbe colto il cuore della loro lunghissima e travagliata storia d’amore. Avevano capito che era la persona giusta, perché nessuno era riuscito a farli innamorare due volte contemporaneamente: di Lui e di loro. Fu per questo che, nei giorni in cui Cristo sospettava che ognuno seguisse i cavoli loro, li lasciò completamente liberi d’andarsene, non senza prima di avere confidato loro: “Innamorarsi di me, lo so, è un grosso rischio: non farlo, però, sarà un gigantesco errore. Uno di quelli che faticherete non poco a perdonarvi un giorno”. Non era modestia, era sincerità.

Fu così che, senz’accorgersene granchè, si innamorarono di Lui: come ci si addormenta, prima piano piano e poi profondamente, così fu di loro. Poi, ad ogni risveglio, scoprivano che rinascevano ogni volta come fosse la loro prima volta: “E’ difficile l’Uomo, lo so Giovanni – si sarà confidato Pietro -: il fatto, però, è che ogni volta che mi guarda negli occhi, io sento un qualcosa d’inarrestabile nascermi dentro. Son preoccupato: non so più stare senza quello sguardo, tutti gli altri sguardi mi sembrano occhiate al confronto”.

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Cristo, da parte sua, sapeva il fatto suo: il difficile non era far sì che quella gente s’innamorasse di Lui, ma la vera impresa – che rimarrà tale per tutti i secoli a venire – sarà quella di serbare la magia di quest’amore quando il fuoco scomparirà e appariranno le braci sul camino. Quando il sogno lascerà il posto alla realtà. Per questo, quando avvertì in cuor suo che la loro storia stava per vivere il momento a più alta drammaticità che gli amici non immaginavano, buttò lì, come fosse una sardina, la domanda delle domande: “Chi sono io per te, Pietro?” La domanda, Lui lo sapeva, aveva un potenziale d’imbarazzo gigante.

Per questo, esperto com’era di anime, tenne la rete larga: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’Uomo?» chiese loro. Non che gl’interessasse granché di sapere che cosa la gente pensasse su di Lui, ma un punto dal quale partire era pur necessario. Anche la risposta, dunque, non fu un granché: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri (dicono)». Tutti dicono ch’è un grande, paragonandolo a dei grandi. Nulla di più, a quanto pare sentendoli.

Stringe la rete, arrivando dove voleva arrivare, al dunque della faccenda: «Ma voi, chi dite che io sia?» Una domanda che, a Pietro, dev’essere apparsa enorme. Mai, forse, come in quell’attimo capì d’essere innamorato follemente di quel Cristo che aveva davanti. Un dettaglio, su tutti, fece la differenza: quando Lui lo guardava dentro, Pietro sentiva d’essere spaesato ma non spaventato. La cosa buffa, nel tempo, è che quello spaesamento era per lui una primavera del cuore: riusciva a fargli brillare la vita tutt’attorno.

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È impossibile, dunque, tacerlo: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Detto così, come uno che viene colto di sorpresa e, a causa di questa sorpresa, non riesce ad arrestare la prima cosa che il cuore gli dice: “Tu sei il mio Dio. Se non mi fido di te, non posso fidarmi di me stesso: questo è.” Il tempo di rispondere e, conoscendolo, al pescatore sarà venuta curiosità di ribaltare la domanda all’Amico: “E io, chi sono per te, Gesù?” Non ebbe nemmeno il tempo di formularla: «Tu sei Pietro, e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa» (cfr Mt 16,13-20).

Era soltanto una pietra, Pietro: Cristo intravedeva già le linee della sua Chiesa. Pietro, ascoltandolo, non sapeva se ridere o piangere.

Per gentile concessione di don Marco Pozza – Fonte