don Marco Pozza – Commento al Vangelo di domenica 22 Dicembre 2019

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Vado a dormire, che mi scappa da sognare

Falegname: di quelli che piallano il legno, smussano gli spigoli, lavorano la materia. Piรน probabilmente, perรฒ, fu carpentiere: il ferro, l’incudine, il martello. Qualunque sia stato il suo mestiere, pare strano che Gesรน sia andato a bottega da Giuseppe: โ€œPotessi farti un riassunto della mia vita โ€“ lo immagino confidarsi con il Figlio che gli passa una tavola da levigare โ€“ ti direi che se non segui i tuoi sogni, qualcuno ti costringerร  a seguire i suoi, Gesummioโ€.

Pronunciata cosรฌ, tra un pezzo di ferro da saldare ed una sedia da consegnare. Non spiegรฒ mai, al Gesรน-Bambino, i suoi sogni: non c’รจ nulla di piรน insensato della spiegazione di un sogno. Quello che il Cristo-infante, perรฒ, acciuffรฒ al volo, fu il nocciรฒlo della questione, che fu batticuore per il suo cuore: โ€œSono frutto dei sogni di mio padreโ€. Bastรฒ: ยซE se tutti noi โ€“ scriveva Fernando Pessoa โ€“ fossimo sogni che qualcuno sogna, pensieri che qualcuno pensa?ยป Sogni sognati da Dio: ci sono dei mezzi blindati, dei laser potentissimi, ci sono missili teleguidati che consentono di fare la guerra da un computer. Eppure, a Gerico, le mura caddero al suono delle trombe quella volta; Davide sconfisse il gigante Golia con fionda e sassolini. Ci sono cose che non fanno nessun chiasso, cose di nessuna importanza. Dio le gioca: per ribaltare la partita e giocarsi la vittoria.

Poi, quando dorme, Dio sogna il mondo. Me l’immagino: โ€œVado a dormire, che mi scappa da sognareโ€ bisbiglia all’orecchio prima d’andarsene, per poi ritornare. Giuseppe di Nazareth era l’ultimo galantuomo rimasto laggiรน, in terra di Giudea: nella genealogia carnale di Cristo – la piรน immorale della storia umana (leggete la prima pagina di Matteo. Basta e avanza!) – arriva per ultimo. All’ultimo, il primo dei giusti, capitรฒ quello che nessun uomo augurerebbe ad un suo simile: ยซMaria – la sua dolcissima Maria – si trovรฒ incinta per opera dello Spirito Santoยป. Non esiste prova piรน assurda per Giuseppe che meditรฒ di ยซripudiarla in segretoยป. โ€œTornatene a casa tua, Maria. Vattene in silenzio, che nessuno ti offenda: ti vorrรฒ bene sempre, comunqueโ€.

Nel dolore, perรฒ, non perdette la signorilitร : rimase il giusto che era stato.
Poichรฉ era giusto davvero, sognรฒ. Victor Hugo, il papร  de I miserabili, era certo che un uomo si potesse conoscere con maggiore sicurezza piรน da quel che sogna che da quello che pensa: tutte le cose che abbiamo dimenticato ci chiedono aiuto in sogno. Fece quattro sogni Giuseppe: poca-roba, frammenti di luce, piรน annunciazione di misteri che delucidazioni in merito. โ€œMagari una notte riuscirรฒ a sognare tutti i finali dei sogni precedenti, Mariaโ€ le avrร  confidato dopo uno dei loro risvegli incasinati.

Una notte un sogno gli funse da salvagente, udรฌ parole-su-misura per vestire la sua angoscia tremenda: ยซGiuseppe, non temere di prendere con te Maria, tua sposaยป. Dio non scappa dalle sue responsabilitร : รจ l’annunciazione dell’angelo a Giuseppe. Come la sua Bella, si (af)fidรฒ a quelle parole: svegliatosi, ยซfece come gli aveva ordinato il Signoreยป. La guardรฒ, la vide ancor piรน bella col pancione in controluce, le dedicรฒ la sua buona-giornata. Era annuncio di fiducia: ยซHo sognato di te come si sogna della rosa e del ventoยป (A. Merini). A Nazareth, in piena burrasca d’amore, fu chiaro a tutti gli spettatori che ci vuole coraggio per apparire fragili: lo stesso che serve per dimostrarsi uomini. E’ il destino dei poveri: i ricchi, nel pericolo, hanno il potere. I poveri, quando la terra trema, hanno il cielo, le stelle e i poeti. Se sognare รจ pericoloso, il rimedio non รจ sognare di meno ma sognare tutto il tempo. Sognando con i sogni di Dio, Giuseppe aggiunse la sua speranza alla fede di Maria: in due hanno fatto tutto.

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Il โ€œsecondoโ€, in una competizione, รจ il primo degli sconfitti. Giuseppe arrivรฒ sempre โ€œsecondoโ€, fu l’eterno secondo: lo sposo-secondo, il padre-secondo. Fu il โ€œsecondoโ€ delle due creature piรน illustri che il Cielo partorรฌ quaggiรน in terra. Ci sono secondi-posti invidiabili: sono posti che valgono oro. E’ che si dovrebbe imparare tutti a vivere dalle stelle: brillare senza oscurare la luce degli altri.

Commento a cura di don Marco Pozza

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