Distinto e d’istinto
Erano disposti a pagare, in cose da fare, tutto ciò che ci sarebbe stato da pagare. Il più alto prezzo da pagare, stavolta, sarebbe stato il più piccolo prezzo da pagare, tant’era immensa la posta messa in gioco. Quell’uomo, poi, teneva il piglio dell’onesto tutto-tondo, dell’onestà fatta carne: “Qualunque cosa dirà ch’è giusto fare – si rilanciavano tra loro la certezza nel cammino – noi la faremo: è troppo d’un pezzo per non fidarci di lui. Per non confidarci con lui”.
Giovanni il Battista, d’altronde, la credibilità se l’era costruita sotto gli occhi di tutti: era sotto gli occhi di tutti che quell’uomo stava agendo per conto terzi, troppa era la forza d’urto di pensieri, parole, opere e quant’altro. Era un uomo dall’istinto ispirato: di solito l’istinto gli sussurrava quello che doveva fare, dire, molto prima del tempo che serviva alla sua mente per capirlo. Agendo, dunque, d’istinto, si era fatto un uomo distinto, si distingueva dalla folla, marciava a testa alta, la schiena diritta: distinto perchè d’istinto.
«Che cosa dobbiamo fare?» andò a chiedergli la folla. Il da farsi, certe volte, è la cosa più intima e delicata che si possa chiedere: non è mai bello sentirsi dire cosa fare, perchè “faccio quello che voglio io” è la risposta a qualsiasi domanda. Stavolta, invece, proprio no: l’unica speranza è di trovare qualcuno, non uno qualsiasi però, che dica loro che cosa fare, come muoversi, dove andare a trovare la forza per farsi trovare puntuali all’appuntamento.
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S’immaginavano, forse, prezzi folli, di quelli tipici dell’alta-stagione: “Gente, tutti in clausura quaranta giorni! Cercate un eremo, ficcatevi dentro e mollate la vostra storia. Vendete tutto, datelo ai poveracci e vivete con quattro stracci”. Se l’avesse chiesto, l’avrebbe ottenuto da loro: erano disposti a pagare tutto quello che c’era da pagar stavolta. Lui, poi, era nella condizione di poter chiedere tutto ciò che voleva: poteva anche esagerare, sfruttando l’occasione a lui favorevole. Il Battista, invece, rimase quell’uomo tutto d’un pezzo che l’aveva portato fino lì, ad essere quello ch’era. Non chiese nulla di più di quello ch’era giusto chiedere a quella gente. Alla gente della porta accanto: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Ai pubblicani: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Ai soldati: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno: accontentatevi delle vostre paghe». Insomma, chiese semplicemente ciò che tanti già facevano, ma che voleva diventasse lo stile di tutti: additò alla generosità, l’onestà, l’amabilità. Perchè ad essere ingordi già lo insegnava il mondo, estorcere è la moda d’ogni tempo, governare usando la forza erano capaci tutti.
Non chiese null’altro di ciò ch’era giusto chiedere, pur potendo approfittarne della sua posizione per farsi una posizione. Bastava poco e avrebbe firmato la confusione che già aleggiava tutt’attorno: «Tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo». Non approfittò di quella titubanza, ma rimase fisso al suo posto, che era l’ultimo avamposto del Messia: «(Non sono io) Viene colui che è più forte di me». Parole distinte.
Tutti a casa, ciascuno col suo bel compito da fare: mezzi consolati, mezzi storditi. Come chi sogna d’andare in Terra Santa – “Almeno una volta nella vita!” – e poi scopre che la sua storia è la sua Terra Santa. Che non occorre andar fin laggiù per toccare i piedi a Cristo, ma basta toccarsi i propri per scoprire che la storia, quella storia, sta accadendo(gli) in-diretta. Nessun mutuo, nessuna paga, nessun tentativo di clausura in vista, nessuna partecipazione obbligatoria ad un qualche corso di formazione accreditato. Semplicemente l’essere uomini, donne fino in fondo, a tutto tondo: fu così che «Giovanni evangelizzava il popolo».
Non c’era nulla di spropositato da fare in agenda, se non quello di fare con amore ciò che la vita reclamava: “Il momento giusto è adesso” ricordò la voce incavata del Battista. Nessuno, tra quelli, era in grado di fare grandi cose nella vita: tutti, però, avrebbero potuto fare quelle piccole con tanto amore in più. Basta(va).
Commento a cura di don Marco Pozza
(Qui tutti i precedenti commenti al Vangelo di don Marco)
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