1) ENTRO IN PREGHIERA
Trovo la pace. Penso che mi sto mettendo alla presenza del Signore. Chiedo ciò che mi serve oggi per la mia vita spirituale. Invoco lo Spirito Santo con la preghiera:
Vieni, o Spirito creatore,
visita le nostre menti,
riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.
O dolce consolatore,
dono del Padre altissimo,
acqua viva, fuoco, amore,
santo crisma dell’anima.
Dito della mano di Dio,
promesso dal Salvatore,
irradia i tuoi sette doni,
suscita in noi la parola.
Sii luce all’intelletto,
fiamma ardente nel cuore;
sana le nostre ferite
col balsamo del tuo amore.
Difendici dal nemico,
reca in dono la pace,
la tua guida invincibile
ci preservi dal male.
Luce d’eterna sapienza,
svelaci il grande mistero
di Dio Padre e del Figlio
uniti in un solo Amore. Amen
Cerco la pace, mi concentro sul fatto che sto per incontrare il Signore, chiedo perdono dei miei peccati e mi dispongo a perdonare di cuore il male subito. Chiedo al Signore una grazia che sento particolarmente importante per la mia vita spirituale.
2) LEGGO IL TESTO
Leggo il brano con calma, lo rileggo. Mi soffermo su ciò che più mi colpisce. Ripeto la frase o l’espressione che sembra parlare oggi a me. Cerco di immaginare la scena, e immagino me stesso nella scena. Ascolto ciò che provo, le consolazioni che nascono e le desolazioni.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».
3) COSA DICE IL TESTO
Non è facilissimo il testo di oggi: penso che l’espressione «Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono» sia tra quelle che hanno ricevuto più interpretazioni differenti nel Vangelo. Mi soffermo su due che, per quanto opposto, possono comunque essere utili.
La prima interpretazione tende ad essere più positiva: il regno dei cieli è oggetto di una violenza buona. Giovanni il Battista non era certo un tipo delicato e tranquillo: egli assalta il regno di Dio, predica un giorno del Signore tremendo, chiede di cambiare vita, le canta ai potenti perché si convertano. La conversione non è sempre a tinte pastello: a volte è necessaria una salutare e sana forza. A volte certe cose le capiamo solo perché ce le gridano, a alcune cose lo facciamo solo perché ce le auto-gridiamo. C’è una salutare violenza necessaria, una sorta di amorosa violenza che ci dobbiamo fare per scuoterci e accettare il dono del Regno.
Ma si può anche interpretare più negativamente questa frase: il regno dei cieli, in ogni tempo, può essere oggetto di violenza, di soprusi, di doppi fini. Quanti disastri si possono fare in nome della fede, magari anche in buona fede. Occorre essere vigilanti, per non usare del Vangelo per i nostri fini, senza servire il Vangelo.
4) COSA MI DICE IL TESTO?
Cerco di applicare alla mia vita quanto letto e meditato. Posso farmi aiutare dalle domande che seguono, oppure da altre che sono sorte durante la preghiera:
1) Vedo nella mia vita una “violenza buona” per il Regno, ossia grinta, decisione, determinazione e risolutezza?
2) Vedo nella mia vita una “violenza negativa” per il Regno, ossia uso la fede per altro (farmi accettare, sentirmi apposto, giudicare gli altri, ecc…)?
5) COLLOQUIO
Termino rivolgendomi al Signore, esprimendo quello che più mi sta a cuore, parlando con lui da amico a amico, da figlio a Padre.
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