1) ENTRO IN PREGHIERA
Trovo la pace. Penso che mi sto mettendo alla presenza del Signore. Chiedo ciò che mi serve oggi per la mia vita spirituale. Invoco lo Spirito Santo con la preghiera:
Signore, noi ti ringraziamo,
perché ci hai riuniti alla tua presenza
per farci ascoltare la tua parola:
in essa ti ci riveli il tuo amore
e ci fai conoscere la tua volontà.
Fa’ tacere in noi ogni altra voce che non sia la tua,
e perché non troviamo condanna nella tua parola,
letta ma non accolta,
meditata ma non amata,
pregata ma non custodita,
contemplata ma non realizzata,
manda il tuo Spirito Santo
ad aprire le nostre menti e a guarire i nostri cuori.
Solo così il nostro incontro con la tua parola
sarà rinnovamento dell’alleanza
e comunione con te e il Figlio e lo Spirito Santo,
Dio benedetto nei secoli dei secoli.
Amen.
Cerco la pace, mi concentro sul fatto che sto per incontrare il Signore, chiedo perdono dei miei peccati e mi dispongo a perdonare di cuore il male subito. Chiedo al Signore una grazia che sento particolarmente importante per la mia vita spirituale.
2) LEGGO IL TESTO
Leggo il brano con calma, lo rileggo. Mi soffermo su ciò che più mi colpisce. Ripeto la frase o l’espressione che sembra parlare oggi a me. Cerco di immaginare la scena, e immagino me stesso nella scena. Ascolto ciò che provo, le consolazioni che nascono e le desolazioni.
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
3) COSA DICE IL TESTO
Siamo di fronte a uno dei testi che forse conosciamo a memoria, e così ricchi che è impossibile commentarlo senza quasi banalizzarlo. Vorrei solo sottolineare due aspetti.
Maria rimane turbata. Si usa un verbo molto forte: Maria rimane veramente sconvolta dall’esperienza dell’angelo. Vale sempre la pena soffermarsi di fronte a questo sconvolgimento di Maria. Non si tratta di fare facili retoriche sulla fede che ti stravolge, che ti turba, che ti tocca le viscere. Certamente però occorre guardarsi da una fede che serva solo come effetto rassicurante. Vivere la fede non po’ essere solo qualcosa che ci mette in pace la coscienza: c’è una dimensione necessaria per cui il Vangelo o ci mette in questione o non è.
Maria poi domanda come sia possibile che diventa madre essendo vergine. E’ forte questa dinamica: Maria scopre che Dio va oltre l’impossibile, che Dio supera le soglie dell’impossibile nella nostra vita. E’ molto bello quando facciamo questa esperienza: arriviamo alle soglie del bisogno di salvezza, e scopriamo che solo Dio può colmare la misura. Arriviamo alle domande decisive e troviamo solo in lui la risposta vera. Arriviamo a toccare con mano la nostra povertà, e scopriamo che solo lui la rende feconda. L’esperienza della fede è davvero che nulla è impossibile a Dio.
4) COSA MI DICE IL TESTO?
Cerco di applicare alla mia vita quanto letto e meditato. Posso farmi aiutare dalle domande che seguono, oppure da altre che sono sorte durante la preghiera:
1) Posso provare a riflettere su quando la fede mi ha turbato (o magari mi sta turbando) in senso positivo, ossia mi ha chiesto di ripensarmi e rileggermi.
2) Ho sperimentato nella mia vita l’impossibile che viene da Dio? Ho mai toccato con mano quel di più di grazia che solo Dio poteva operare nella mia esistenza?
5) COLLOQUIO
Termino rivolgendomi al Signore, esprimendo quello che più mi sta a cuore, parlando con lui da amico a amico, da figlio a Padre.
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