Lettura del Vangelo e commento del testo che la liturgia propone per il 6 gennaio 2025.
Trascrizione automatica (non rivista) generata da Youtube e “corretta” tramite IA.
Un caro saluto a tutti! Buona solennità dell’Epifania.
Torno a commentare il Vangelo del giorno. Chiedo scusa per questi giorni di assenza, ma non avevo internet. Sono stato alcuni giorni un po’ in vacanza, un po’ di lavoro. Dovevo terminare di scrivere alcune cose a Pantelleria, posto meraviglioso. Saluto tutti i panteschi che ho conosciuto in questi giorni e che dovessero ascoltare questo video.
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Ci mettiamo in ascolto del Vangelo che la liturgia ci propone per la solennità dell’Epifania:
Dal Vangelo secondo Matteo
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco alcuni Magi vennero da Oriente a Gerusalemme e dicevano:
“Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”.
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All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero:
“A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda:
da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo, Israele”.
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella, e li inviò a Betlemme dicendo:
“Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”.
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella che avevano visto spuntare li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.
Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Proviamo a fare alcune considerazioni su questo testo di Vangelo, molto interessante.
Partiamo da una premessa. Gli studiosi si sono a lungo domandati il valore storico di questo testo. La domanda è: ma chi sono questi Magi che vengono da Oriente? È possibile che gli altri evangelisti non lo raccontano?
Se è una delegazione di sapienti che viene dall’Oriente, che arriva da Erode e sconvolge Gerusalemme, possibile che non ci sia traccia da nessun’altra parte? Ecco, sono alcune delle domande che gli storici e gli studiosi di Bibbia si sono posti.
Allora dicono: beh, forse questo testo deve essere interpretato nel genere… lasciatemi usare la parola, poi la spieghiamo: midrash.
Che cos’è il midrash?
Il midrash è un genere letterario tipico soprattutto del Talmud e della letteratura ebraica. Consiste in un racconto dove all’origine può anche esserci un fatto storico, ma il narratore vuole inserire degli elementi a commento, affinché sia abbastanza evidente l’insegnamento di questa storia.
È come un racconto che vuole darti un insegnamento. Non si esclude un’origine storica, però la cosa importante è che il narratore vuole dire:
“Guarda che questo racconto ti riguarda. Ti sto raccontando un fatto che sembra non riguardarti, ma ci metterò degli elementi per chiamarti dentro questo racconto”.
Insomma, siamo un po’ noi questi Magi. Questo non esclude la possibilità di un evento di cui, però, è difficile ricostruire con esattezza che cosa sia successo, chi siano questi Magi, quando siano arrivati. Alla fine, non lo sapremo mai con estrema precisione.
Noi diciamo che sono tre, ma questo è un dato tradizionale. Se avete sentito nel Vangelo, non si dice che sono tre: si desume che siano tre perché offrono oro, incenso e mirra.
Poi la tradizione ha anche aggiunto che sono re Magi, come se fossero dei regnanti sapienti orientali. Ma anche questo non si dice: non si parla di un titolo regale. Insomma, il dato storico è difficilissimo da ricostruire.
La cosa importante che fa l’evangelista Matteo
è dirci:
“Guarda che sei un po’ tu uno di questi Magi. Vorrei aprirti la possibilità di farti vivere l’esperienza di questi Magi”.
Siamo nella solennità dell’Epifania, la manifestazione del Signore. Ecco, sembra che l’evangelista ci voglia dire:
“È a te che si deve manifestare il Signore. E in questo racconto ci sono tutti gli ingredienti perché il Signore possa manifestarsi nella tua vita”.
Proviamo a vedere allora questi ingredienti.
1. I Magi sono sapienti.
Un primo ingrediente per riconoscere la manifestazione del Signore è cercare la sapienza. Io penso questa cosa – potete contraddirmi quanto volete – però non è più possibile, nel 2025, una fede ingenua o superficiale, la cosiddetta “fede semplice”.
Certo, è importante la semplicità della fede, ma oggi noi abbiamo bisogno di studiare, di informarci, di comprendere il mondo in cui viviamo. È quasi un atto di carità pastorale comprendere il contesto in cui ci troviamo. Non possiamo farne a meno.
Il primo ingrediente, quindi, è essere persone capaci di “annusare l’aria”, di capire quali sono le domande e le questioni degli uomini della nostra epoca, dei nostri contemporanei.
2. La stella.
La stella è un simbolo meraviglioso! Pensiamo anche all’orazione della solennità dell’Epifania:
“O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo Figlio unigenito”.
Che cos’è questa stella? Può simboleggiare mille cose, ma certamente è un dono di Dio. Noi arriviamo a conoscere il Signore perché essenzialmente è lui che ci guida.
Che bello, no? Guardare indietro alla nostra vita e vedere le stelle che ci hanno guidato a Gesù. O meglio: chi ci ha guidato a Gesù?
Il Signore, nella nostra vita, mette stelle: persone, circostanze, realtà che ci conducono a lui, che ci permettono di conoscerlo. La fede è un dono, e noi scopriamo questo dono perché la nostra vita è “costellata” di stelle. Sono elementi che ci portano al Signore, che ci fanno intuire la sua presenza, che ci indicano il cammino e ci schiudono un significato più profondo nella vita.
3. La Scrittura.
I Magi arrivano a Gerusalemme e, grazie alle parole della Scrittura, viene indicato loro Betlemme come il luogo in cui deve nascere il Messia
La Scrittura, dunque, è un ingrediente fondamentale per riconoscere il Signore. Ricordiamo sempre:
“L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo”.
Non possiamo arrivare a Gesù senza un profondo amore per le pagine della Scrittura. Solo studiando e amando la Parola di Dio è possibile che il Signore si manifesti nella nostra vita.
4. La menzogna.
Erode mente. Erode non è sincero. Dice bugie, cerca di prendersi gioco dei Magi e non arriva a Gesù.
La menzogna, nella nostra vita, non ci porta al Signore. La doppiezza, l’ipocrisia, il nascondere parti di noi stessi non ci portano al Signore.
Un incontro con il Signore è possibile solo se nella nostra vita amiamo la verità. Il Signore è la verità, e se abbiamo stretto patti troppo forti con la menzogna, con la falsità, diventa davvero impossibile incontrarlo.
5. Il cammino.
I Magi, alla fine, sono disposti a cambiare strada. Si mettono in viaggio e, in obbedienza al Signore, cambiano percorso
Sono uomini di cammino, disposti a mettersi per strada, ad affrontare le fatiche del viaggio e, soprattutto, a cambiare le proprie strade.
La fede non è possibile per chi è immobile, per chi non vuole mai rimettersi in discussione o affrontare nuove sfide. La fede è per i pellegrini, per chi accetta la fatica del cambiamento, il desiderio di raggiungere una meta.
Conclusione.
Ecco, questi cinque elementi sono molto belli e sembrano dirci:
“Tu sei un Magio, e anche per te oggi è possibile la manifestazione del Signore”.
Ripercorriamo questo percorso: cercare la sapienza, riconoscere le stelle che ci guidano, amare la Scrittura, vivere nella verità e accettare la sfida del cammino.
A tutti auguro una buona solennità dell’Epifania!
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