don Manuel Belli – Commento al Vangelo del 20 Dicembre 2021

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ENTRO IN PREGHIERA

Trovo la pace. Penso che mi sto mettendo alla presenza del Signore. Chiedo ciò che mi serve oggi per la mia vita spirituale. Invoco lo Spirito Santo con la preghiera:

Dirigendo la mia attenzione verso la fede,
per quanto ho potuto,
per quanto tu mi hai concesso di potere, ti ho cercato
e ho desiderato di vedere con l’intelligenza
ciò che ho creduto,
e ho molto disputato e molto faticato.
Signore, mio Dio, mia unica speranza, esaudiscimi,
e fa che non cessi di cercarti per stanchezza
ma cerchi sempre il tuo volto con ardore.
Dammi tu la forza di trovarti,
tu che mi ha concesso di cercare
e mi hai dato la speranza di incontrarti
con una conoscenza sempre più perfetta.
Davanti a te stanno la mia forza e la mia debolezza:
conserva quella, guarisci questa.
Davanti a te stanno la mia scienza e la mia ignoranza:
dove mi hai aperto, ricevimi quando entro,
dove hai chiuso, aprimi quando busso.
Fa che mi ricordi di te, che comprenda te, che ami te.

Cerco la pace, mi concentro sul fatto che sto per incontrare il Signore, chiedo perdono dei miei peccati e mi dispongo a perdonare di cuore il male subito. Chiedo al Signore una grazia che sento particolarmente importante per la mia vita spirituale.

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LEGGO IL TESTO

Leggo il brano con calma, lo rileggo. Mi soffermo su ciò che più mi colpisce. Ripeto la frase o l’espressione che sembra parlare oggi a me. Cerco di immaginare la scena, e immagino me stesso nella scena. Ascolto ciò che provo, le consolazioni che nascono e le desolazioni.

Dal Vangelo secondo Luca 1, 26-38
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

COSA DICE IL TESTO

L’angelo dice “rallegrati” e Maria “rimane turbata”. Sembra un accostamento abbastanza bizzarro. Perché, mentre l’angelo invita alla gioia, Maria resta turbata?
Potrebbe albergare in noi una idea un po’ sbarazzina di gioia e di felicità. Potremmo pensare che “gioia” corrisponda con una certa “allegria”, con uno stato emotivo di euforia, Potremmo anche penare che alla fine la gioia sia una questione di fortuna: è quello stato emotivo, più o meno raro, che senti quando le cose sembrano girare per il verso giusto. Evidentemente se “gioia” significa tutte queste cose, non si capisce cosa c’entri il turbamento.
Ma forse è possibile un altro tipo di gioia. Una gioia più leggera, quasi un sottofondo costante dell’esistenza. Si tratta della gioia di chi si sa dentro la volontà di Dio. Si tratta della gioia che ha sostenuto i martiri, di chi attraversa la fatica ma sa che c’è una meta, di tanti malati che non si sentono abbandonati, di chi è ferito ma sa che non è finita.
Questo secondo tipo di gioia non è di pochi momenti, non è di qualche istante. Forse è l’unica gioia di cui si possa vivere. Questa gioia non è nemica del turbamento. Un grande teologo evangelico, Bonhoeffer, parla di “grazia a caro prezzo”. La gioia promessa dall’angelo non è simile a quella che si prova in abiti eleganti mentre si prende un aperitivo con gente selezionata: è più simile alla gioia di un panorama di montagna conquistato con il fiatone.

COSA MI DICE IL TESTO?

Cerco di applicare alla mia vita quanto letto e meditato. Posso farmi aiutare dalle domande che seguono, oppure da altre che sono sorte durante la preghiera
1) Mi sento nella gioia?
2) Ho coscienza di una gioia gratuita, forte e donata da Dio nei momenti di fatica?

COLLOQUIO

Termino rivolgendomi al Signore, esprimendo quello che più mi sta a cuore, parlando con lui da amico a amico, da figlio a Padre.

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