Lettura del Vangelo e commento del testo che la liturgia propone per giovedì 10 ottobre 2024.
Trascrizione automatica (non rivista) generata da Youtube e “corretta” tramite IA.
Buona domenica a tutti. Ci mettiamo in ascolto del Vangelo che la liturgia ci regala in questa ventesima Domenica del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Marco: in quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”. Ma Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”. Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”. Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo. Poi vieni e seguimi”. Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato, possedeva infatti molti beni.
- Pubblicità -
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: “Quanto è difficile per quelli che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio!”. I discepoli erano sconcertati dalle sue parole, ma Gesù riprese e disse: “Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: “E chi può essere salvato?”. Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: “Impossibile agli uomini, ma non a Dio, perché tutto è possibile a Dio”. Pietro allora prese a dirgli: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. Gesù gli rispose: “In verità io vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa, o fratelli, o sorelle, o madre, o padre, o figli, o campi, per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case, fratelli, sorelle, madri, figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà”.
Un testo molto intenso, molto conosciuto, molto celebre e certamente molto ricco. Adesso è quasi impossibile commentarlo tutto, però ci sono dei passaggi interessanti che meritano di essere sottolineati.
C’è una cosa che mi colpisce dall’inizio di questo testo: sembra che Gesù si metta quasi a questionare su questioni di parole. Lui gli dice “Maestro buono” e Gesù gli risponde: “Ma perché mi chiami buono? Solo Dio è buono”. Potrebbe sembrare quasi una questione faziosa, Gesù sta lì a pesare tutte le parole di quest’uomo. Ma in realtà c’è una cosa molto interessante: che cosa ha in mente quest’uomo da Gesù? Lui ha in mente di andare da Gesù e spera che Gesù gli dica: “Dimmi le procedure che devo seguire per avere la vita eterna. Tu sei un maestro buono, fai cose buone, dimmi quali cose anch’io devo fare per essere buono, così mi guadagnerò la vita eterna”.
- Pubblicità -
Attenzione: vita eterna non intendiamo soltanto il Paradiso, certo, anche. Ma se la vita è eterna, vuol dire una vita piena che è già piena su questa terra e poi arriverà all’eternità. Quindi lui ha in testa di andare da Gesù perché gli dica delle procedure: “Tu sei buono, dimmi come devo fare per essere buono come te, così avrò la vita eterna”. E Gesù gli dice: “Ma guarda che solo Dio è buono, guarda che è Dio il buono”. Sembra dirgli: “Guarda che ciò che c’è di bene non sono le tue procedure, non è tutto quello che io adesso ti posso dare e consigliare per avere la vita eterna, che fa della tua vita qualcosa di buono. Dio è buono. È lui che è in grado di rendere buona la tua vita. Solo lui è il buono per eccellenza”.
Tanto è vero che Gesù gli dice: “Va bene, lo sai cosa devi fare per avere una vita tutto sommato buona: non dire falsa testimonianza, non uccidere, non frodare, non commettere adulterio, onora tuo padre e tua madre”. Avete notato? Quasi tutte cose in negativo: “Non devi fare questo e quello”. L’unica cosa in positivo è quella di onorare il padre e la madre. Fai questo, vuoi fare cose buone? Fai così. Eh, ma a questo giovane non basta. In realtà lui ha detto: “Dimmi cosa devo fare, tu che sei buono, per avere la vita eterna”, ma si rende conto che vuole qualcosa di più, una vita piena. Non è solo questione di eseguire procedure, di non fare il male, c’è di più. Quando lo dice a Gesù, dice: “Signore, le ho sempre fatte queste cose. Io non ho mai ucciso, non ho mai fatto del male a nessuno, non ho fatto cose cattive, eppure la mia vita non è buona, non è eterna, mi manca qualcosa”. E allora, la cosa fantastica di Gesù: lo fissa e lo ama. Ecco la cosa buona! Ecco, l’hai trovato ciò che rende buona la tua vita e la rende eterna: l’amore e lo sguardo di Gesù. E gli dice: “Adesso vai, vendi tutto quello che hai, dallo ai poveri. Hai un tesoro in cielo, hai l’amore di Dio, hai la mia benevolenza, hai il mio regno. Cosa ti serve ancora? Seguimi, e questo è il tuo tesoro”. Lui se ne va triste, perché in realtà voleva una procedura, magari anche molto severa, ma non si aspettava tutto. Non si aspettava che per seguire Gesù devi mettere in conto tutto. Non l’ha mica sentita quella roba lì del tesoro in cielo, lui è focalizzato su quello che deve fare lui. “Mamma mia, devo vendere tutto, è finita”.
Non è uscito dalla logica di “quante cose devo fare per avere la vita eterna”. Quando Gesù gli dice “va’, vendi tutto quello che hai”, mica si accorge che lo ha fissato, lo ha amato e gli ha promesso un tesoro in cielo. Questa è la vita eterna: è una relazione con me, è il mio amore, è seguirmi, è costruire il Regno di Dio con me. Non se ne è neanche accorto. Si ricorda soltanto che deve andare a vendere tutto.
Guardate, ho fatto questo esperimento centinaia di volte con diversi gruppi. Ho chiesto a centinaia di gruppi: “Che cosa dice Gesù al giovane ricco?”. E davvero tutti, preti, suore, frati, catechisti, tutti mi dicono: “Va’, vendi tutto quello che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi”. Nessuno che si ricorda che Gesù ha detto: “Avrai un tesoro in cielo”. Vedete? Siamo un po’ tutti come il giovane ricco: abbiamo in mente che dobbiamo fare un sacco di cose, ci pesano e abbiamo paura di non riuscirci. Ma Gesù, prima di tutto, ti promette un tesoro in cielo. Non ti chiede di fare il bravo, non ti chiede un elenco di cose buone da fare. Ti chiede: “Io ti amo. Vuoi amarmi anche tu?”. Certo, se mi ami, ci sono delle cose che non sono compatibili, ma io essenzialmente ti sto promettendo l’amore. È come un uomo che, per sposarsi, dice: “Ammazza, devo sposare questa donna e rinunciare a tutte le altre!”. Ma gioisci dell’amore che ti ho offerto! Ma davvero sei triste perché questa cosa comporta che dovrai rinunciare ad altre donne? Sei impazzito? Di fronte all’amore di questa donna, il tuo cuore è in festa. Lo stesso per le donne con un uomo.
Gesù ti ha promesso un tesoro in cielo e tu hai paura. Ma lui non lo vede, vede solo quello che deve fare lui. Questo è anche il difetto di Pietro. Pietro dice: “Eh, Gesù, guarda che noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. E Gesù gli dice: “Pietro, guarda che hai già ricevuto il centuplo e avrai la vita eterna. Se tu passi la vita a vedere quello che hai lasciato, diventi un risentito. Tu hai lasciato perché hai guadagnato, perché Dio ti ha dato tutto”.
Guardate che è fondamentale sta cosa. Una parrocchia dove c’è il prete convinto di aver lasciato tutto per voi, che non è mica giusto, una parrocchia che ha dentro delle suore che hanno lasciato tutto, un gruppo di catechisti che si lamenta perché ha lasciato tutto per fare catechismo, diventa una parrocchia risentita. Non costruisce la gioia del Vangelo, costruisce risentimento.
Gesù sta dicendo: “Tu stai guadagnando. Guarda che è la tua vita che è diventata ricca, non impoverita”. Se non hai capito che, seguendomi, stai guadagnando la vita eterna e stai guadagnando case, sorelle, fratelli, stai guadagnando il centuplo già adesso e nel tempo che verrà la vita eterna, allora non hai capito nulla e diventi risentito.
Leggi altri commenti al Vangelo del giorno