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don Manuel Belli – Commento al Vangelo del 11 Dicembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 11,28-30

Lettura del Vangelo e commento del testo che la liturgia propone per il 11 dicembre 2024.

Buon mercoledรฌ a tutti!

Scusatemi se non sono cosรฌ assiduo nella pubblicazione dei video. Anche ieri ho saltato: sono giorni molto intensi di questo Avvento, un po’ come tutti gli Avventi, e a volte faccio fatica a registrare il video. Perdonatemi.

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Ascoltiamo assieme il Vangelo di oggi, mercoledรฌ 11 dicembre.

Dal Vangelo secondo Matteo:
In quel tempo Gesรน disse: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darรฒ ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti รจ dolce e il mio peso leggero”.

Come stiamo facendo nei giorni in cui pubblico il video, in questo Avvento proviamo a legare il Vangelo con la prima lettura, secondo questo meccanismo per cui la liturgia ci mostra un passo del profeta Isaia e come in Gesรน si compiono le promesse di Dio.

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La prima lettura di oggi parla di un tema molto interessante. Siamo nel capitolo 40 del profeta Isaia. Il profeta affronta la questione della stanchezza, che รจ una dinamica dellโ€™uomo veramente molto forte. Leggiamo il versetto:
“Dio eterno รจ il Signore, che ha creato i confini della terra. Egli non si affatica nรฉ si stanca, la sua intelligenza รจ inscrutabile. Egli dร  forza allo stanco e moltiplica il vigore dello spossato. Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono. Ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza: mettono ali come aquile, corrono senza fermarsi, camminano senza stancarsi”.

Interessante, no? Il profeta Isaia parla della stanchezza come una dimensione davvero universale. Persino i giovani si affaticano e si stancano, gli adulti inciampano. Ci sono stanchi, ci sono persone che nel vigore si sentono spossate.

Che cosโ€™รจ la stanchezza? La stanchezza รจ il momento in cui noi percepiamo di non avere energie sufficienti per qualcosa. Quando stiamo facendo unโ€™attivitร  fisica e siamo stanchi, vuol dire che sentiamo venir meno le energie e non riusciamo piรน a resistere dentro questa attivitร .

Poi ci puรฒ essere una stanchezza anche interiore, quando ci sembra di non avere risorse sufficienti per affrontare qualcosa che vediamo come molto grande, come molto gravoso. Proviamo a dirlo cosรฌ: la stanchezza รจ sempre il senso di una sproporzione.

Mi rendo conto che le mie energie non sono adeguate a qualcosa che ho di fronte, a qualcosa che devo vivere, a qualcosa che sono chiamato ad affrontare. E davvero, la stanchezza รจ una dinamica che puรฒ venire tante volte nella nostra vita. Io mi rendo conto che non sono proporzionato, non ho forze adeguate per affrontare qualcosa di particolarmente grave.

Magari non รจ particolarmente grave: non siamo sempre stanchi perchรฉ dobbiamo fare chissร  che cosa. Ma sentiamo che ciรฒ che dobbiamo fare รจ sproporzionato rispetto a noi stessi.

In questo periodo, ad esempio, con il colesterolo un pochino altino, cerco di andare a fare qualche passeggiata, che dovrebbe farmi bene. Mi rendo conto che quando faccio la salita fuori casa, รจ impegnativa per me, perchรฉ รจ sproporzionata rispetto alle mie condizioni fisiche.

Mentre cโ€™รจ gente che vedo correre e “mangia” quella stessa salita! La stanchezza รจ davvero un fatto molto soggettivo.

Questa cosa, che vale per il fisico, vale anche per mille altre situazioni nella nostra vita. Ci sono persone che riescono a fare sette miliardi di cose, e altre che faticano ad affrontare anche solo una questione.

A volte ci stanca anche il ripresentarsi di un problema: “Sono stanco di affrontare questa cosa!”. Quante volte lo abbiamo detto! Non perchรฉ sia particolarmente gravosa, ma perchรฉ รจ logorante.

Sapete che insegno a scuola. Ci sono delle classi che ti stancano non perchรฉ siano particolarmente complicate, ma perchรฉ logoranti. Devi tornare sempre sulle stesse questioni, su dinamiche un po’ infantili da cui non si riesce a uscire.

E cosรฌ dici: “Basta, questa situazione mi ha stancato!”. Immagino anche nella vita familiare quante cose possono stancarci, non perchรฉ siano gravose, ma perchรฉ ripetitive.

Discutiamo sempre per le stesse cose, ci fraintendiamo sugli stessi punti.

Ebbene, cosa spera una persona stanca? Speriamo che qualcuno ci ridia vigore, che ci sia qualcosa che ci dia forza.

Quando siamo stanchi bramiamo una vacanza. Magari diciamo: “Ah, un attimo di respiro!”.

Il Signore รจ colui che non si affatica, non si stanca, e dร  forza allo stanco, moltiplica le energie dello spossato.

Ecco la speranza: possiamo riporre fiducia nel Signore.

Il profeta Isaia dice che il Signore รจ capace di darci la forza. La fiducia in Lui ridร  vigore, ci rende capaci di affrontare un carico maggiore di fatiche nella nostra vita. Ciรฒ che sentiamo sproporzionato inizia a sembrarci proporzionato.

Come fa il Signore? E qui entra in gioco il Vangelo di Matteo.

Il Signore invita tutti gli stanchi e gli oppressi ad andare da Lui, perchรฉ promette ristoro. “Oh, che bello!”, possiamo pensare: il Signore mi darร  ristoro. Sono stanco e mi promette una vacanza caraibica, o magari una giornata di permesso.

Ma proviamo a vedere come continua il Vangelo:
“Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore.”

Se ci pensate, รจ paradossale. Il giogo รจ quello che tirano gli animali per arare il campo. Ma come, Signore? A una persona stanca Tu prometti un giogo? Che senso ha questa cosa?

Il profeta Isaia non aveva detto che ci avresti ridato vigore? E comโ€™รจ che qui, invece, nel Vangelo, al posto di darci vigore, prometti un giogo, qualcosa che sembra pesante, gravoso?

Ed รจ proprio qui che emerge lโ€™unicitร  di Gesรน. Gesรน non entra nelle nostre stanchezze in modo “magico”. Non promette vacanze caraibiche o soluzioni immediate.

Il Signore Gesรน entra nelle nostre vite rendendo sensata la fatica.

Una fatica insensata รจ stressante, e noi non siamo fatti per lo stress. Quando percepiamo una fatica come insensata, non la reggiamo, non riusciamo a stare in piedi.

Ma una fatica sensata si puรฒ portare, e non solo: si puรฒ portare con gioia.

Non vado al lavoro se non ne vedo il senso, ma se anche รจ faticoso, so che devo portare a casa il pane per i miei figli, e allora ci vado. Anzi, ci posso andare persino con piacere, con soddisfazione, perchรฉ sto facendo qualcosa di buono.

Non vado volentieri ad affrontare a muso duro una persona, ma se so che ne vale la pena, lo faccio. E magari questo mi fa anche star bene.

Prendere il giogo di Gesรน non vuol dire liberarci magicamente dalle nostre fatiche, che pure rimangono. Significa imparare da Lui cosa ne vale la pena.

Per il Regno di Dio, ne vale la pena. Si fa fatica, ma รจ una fatica che ha un motivo, che regge. E allora la fatica non diventa stress, ma “fatica benedetta”.

Il Signore non ci toglie tutto ciรฒ che nella nostra vita รจ faticoso, ma il Suo giogo รจ dolce e il Suo carico leggero, perchรฉ impariamo a vedere anche le nostre fatiche dentro il disegno del Suo Regno.

Questo rende le fatiche tali, non stressanti, non massacranti.

Il Signore non toglie la fatica, ma toglie alla fatica il potere di massacrarci.

Ci fa vedere che per il Suo Regno e per amore ne vale la pena. E questa cosa non sarร  senza gioia, perchรฉ Lui sta scrivendo la storia della Sua resurrezione nellโ€™umanitร .

Allora, presentiamo con fiducia le nostre fatiche al Signore, sapendo che non saranno colpi magici a toglierle. Ma, se impariamo dalla Sua Parola a dare un significato alle nostre fatiche, allora scopriremo davvero un giogo dolce e un carico leggero.

Grazie e buona giornata a tutti!

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