1) ENTRO IN PREGHIERA
Trovo la pace. Penso che mi sto mettendo alla presenza del Signore. Chiedo ciò che mi serve oggi per la mia vita spirituale. Invoco lo Spirito Santo con la preghiera:
Signore, noi ti ringraziamo,
perché ci hai riuniti alla tua presenza
per farci ascoltare la tua parola:
in essa ti ci riveli il tuo amore
e ci fai conoscere la tua volontà.
Fa’ tacere in noi ogni altra voce che non sia la tua,
e perché non troviamo condanna nella tua parola,
letta ma non accolta,
meditata ma non amata,
pregata ma non custodita,
contemplata ma non realizzata,
manda il tuo Spirito Santo
ad aprire le nostre menti e a guarire i nostri cuori.
Solo così il nostro incontro con la tua parola
sarà rinnovamento dell’alleanza
e comunione con te e il Figlio e lo Spirito Santo,
Dio benedetto nei secoli dei secoli.
Amen.
Cerco la pace, mi concentro sul fatto che sto per incontrare il Signore, chiedo perdono dei miei peccati e mi dispongo a perdonare di cuore il male subito. Chiedo al Signore una grazia che sento particolarmente importante per la mia vita spirituale.
2) LEGGO IL TESTO
Leggo il brano con calma, lo rileggo. Mi soffermo su ciò che più mi colpisce. Ripeto la frase o l’espressione che sembra parlare oggi a me. Cerco di immaginare la scena, e immagino me stesso nella scena. Ascolto ciò che provo, le consolazioni che nascono e le desolazioni.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
3) COSA DICE IL TESTO
Cerco di applicare alla mia vita quanto letto e meditato. Posso farmi aiutare dalle domande che seguono, oppure da altre che sono sorte durante la preghiera.
Siamo dopo la trasfigurazione, e i discepoli pongono una domanda su una credenza di Israele: nella Bibbia si dice che verrà Elia a preparare la venuta del Messia e il suo giorno. Ai discepoli sembrano non tornare i conti: perché gli scribi dicono che deve venire Elia, e invece Gesù è il Messia e non si è visto alcun Elia.
In realtà Gesù racconta loro che Elia è venuto, nella persona di Giovanni Battista. Solo che non era come se lo sarebbero aspettati.
Mi viene una considerazione: quante cose ci sfuggono nella vita perché non sono come me lo aspetterei? Quanti gesti d’amore non vedo perché non sono come me li immagino? Quante possibilità la vita mi mette di fronte, ma le rifiuto perché non sono come le immagino? Quanti pensieri evito o non ascolto, e magari sarebbero interessanti, perché non sono come me li immagino? Quanti orizzonti mi aprirebbe il vangelo e magari non li ascolto perché non sono come li immagino?
Di quell’Elia che Dio ha mandato hanno fatto quello che hanno voluto. E anche di Gesà faranno lo stesso, perché non è Messia come se lo immaginavano. Forse questo è l’urlo della croce e del presepio: smetti di cercare una realtà “come te la immagini”, inizia ad aprire gli occhi, e lasciati stupire!
4) COSA MI DICE IL TESTO?
Cerco di applicare alla mia vita quanto letto e meditato. Posso farmi aiutare dalle domande che seguono, oppure da altre che sono sorte durante la preghiera:
1) Stanchi e sfiniti, come pecore senza pastore. C’è qualcosa che ora stanca e affatica la mia vita? Lo presento al Signore.
2) La mia fragilità mi consola o mi spaventa?
5) COLLOQUIO
Termino rivolgendomi al Signore, esprimendo quello che più mi sta a cuore, parlando con lui da amico a amico, da figlio a Padre.
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