don Manuel Belli – Commento al Vangelo del 10 Dicembre 2021

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1) ENTRO IN PREGHIERA

Trovo la pace. Penso che mi sto mettendo alla presenza del Signore. Chiedo ciò che mi serve oggi per la mia vita spirituale. Invoco lo Spirito Santo con la preghiera:

Dio della luce,
abbiamo accolto il tuo invito
ed eccoci alla tua presenza:
manda il tuo Spirito santo su di noi,
perché attraverso l’ascolto delle Scritture
riceviamo la tua parola,
attraverso la meditazione
accresciamo la conoscenza di te,
e attraverso la preghiera
contempliamo il volto amato
di tuo Figlio Gesù Cristo,
nostro unico Signore.
Amen.

Cerco la pace, mi concentro sul fatto che sto per incontrare il Signore, chiedo perdono dei miei peccati e mi dispongo a perdonare di cuore il male subito. Chiedo al Signore una grazia che sento particolarmente importante per la mia vita spirituale.

2) LEGGO IL TESTO

Leggo il brano con calma, lo rileggo. Mi soffermo su ciò che più mi colpisce. Ripeto la frase o l’espressione che sembra parlare oggi a me. Cerco di immaginare la scena, e immagino me stesso nella scena. Ascolto ciò che provo, le consolazioni che nascono e le desolazioni.

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

3) COSA DICE IL TESTO

Da un lato dei bambini che provano a coinvolgerne altri nei loro giochi, dall’altro un altro gruppo di bambini che non vuole fare nulla. Il secondo gruppo sembra che abbia ormai creato una posizione tale per cui nulla li potrà scalfire. Sono diventati impermeabili alla vita: nessuna gioia o nessun dolore li riguarda.

E’ un bel problema diventare impermeabili alla vita. E non è così impossibile. Si può assumere un atteggiamento per cui tutto è sistematicamente troppo, i problemi stanno sempre fuori da sé. Sembra quasi una tattica di stare al mondo per cui metto sempre fuori gioco l’altro, non gli permetto di raggiungermi. Se scherza: è un buffone. Se è serioso: è antipatico. Se c’è da far qualcosa: che esagerazione! Se non c’è da fare nulla: che noia! Quando giochiamo così l’esistenza, non c’è nemmeno spazio per il Vangelo.

Al più la fede può diventare questione di qualche esecuzione di precetto rassicurante, giusto per dire che gli altri sbagliano, ma non c’è nulla che mi possa convertire davvero se io mi auto-proclamo come unica misura del mondo. A un certo punto anche Gesù mi sembrerà un po’ troppo esagerato, un po’ troppo dalla parte dei poveri, un po’ troppo radicale, un po’ troppo libero. Perché in realtà io non ho il coraggio di nessun eccesso. Questo è il problema.

4) COSA MI DICE IL TESTO?

Cerco di applicare alla mia vita quanto letto e meditato. Posso farmi aiutare dalle domande che seguono, oppure da altre che sono sorte durante la preghiera:
1) In questo momento, mi sembra di essere più esposto alla vita o più impermeabile?
2) Per chi c’è spazio concretamente nella mia vita? Da cosa mi lascio raggiungere? E da cosa invece mi difendo?

5) COLLOQUIO

Termino rivolgendomi al Signore, esprimendo quello che più mi sta a cuore, parlando con lui da amico a amico, da figlio a Padre.


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