Vedere gli altri cosรฌ come Dio li ha sognati
Quanto darei per sapere cosa stava scrivendo Gesรน: una preghiera o il verso di una poesia o di una canzone? O il versetto di un salmo, forse proprio quello del salmo 125 che รจ tra le letture di oggi: ยซ โฆla nostra bocca si riempรฌ di sorriso, la nostra lingua di gioiaยป.
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Quanto pesano le pietre di chi si sente senza peccato, di chi suppone di essere giusto, sempre a posto con la coscienza? Quanto pesano quelle pietre che siamo incessantemente pronti a scagliare sulle debolezze e fragilitร di chi ci sta intorno? E se questa scena si ripetesse oggi, qua, nel piccolo mondo in cui vivo, io dove sarei? Sarei insieme a quegli scribi a reclamare lโapplicazione della legge?
ร cosรฌ facile e comodo alzare la mano e tirare macigni contro chi sbaglia; si fa cosรฌ presto ad emanare condanne, a sottolineare spietatamente lโerrore dellโaltro. Facile, comodo pensarsi nel giusto e credere che la propria posizione sia sempre quella inattaccabile, assolutamente valida per tutti. Con un cuore duro, come le pietre.
Per un attimo, solo per un attimo, vorrei potermi mettere nei panni di quella donna, vorrei poter avvertire i brividi che le corrono lungo la schiena per una condanna giร scontata; la vergogna di stare lร al centro, guardata da occhi impietosi, freddi come ghiaccio, a tremare di terrore, a tremare bucata da quegli sguardi carichi di rimproveri. Giร lapidata, giร uccisa dal giudizio.
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