La Trinità segno della dinamicità di Dio
«Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» lo ripetiamo spesso e forse non ne comprendiamo appieno il significato e la sua forza; lo bisbigliamo sottovoce quando entriamo in una chiesa o silenziosamente al mattino quando ci svegliamo, accompagnando le parole con un gesto che accarezza fronte, petto e spalle.
Fatico a seguire questo Dio che si moltiplica, che danza trasformandosi e lascia i miei occhi che lo guardano allucinati, come a seguire bagliori nella notte, la mia notte dubbiosa. Vorrei poterTi spiegare, nel senso vero del termine, cioè aprire le Tue pieghe e guardarci dentro, appianare le onde in cui Ti nascondi: chi sei?
Sei il Dio che condusse Israele, quello di Abramo e di Mosè con le sue leggi, con il suo nome impronunciabile, Yahvè, ma che racconta di un esserci? Sei quel ragazzo che camminava infaticabile nelle vie di Palestina e con le sue parole faceva sognare gli scartati del tempo: peccatori, prostitute, vedove e lebbrosi senza speranza?
O sei quel vento che scompiglia improvvisamente la polvere che si accumula, che fa parlare lingue sconosciute e comprendersi, che soffia via le paure, ci
prende per mano e ci fa rialzare? Chi sei? L’uno o l’altro?
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