Il Signore non si stanca di attendere i nostri frutti
Lo abbiamo giร incontrato, curvo sulle radici, sudato e sporco di polvere, chino a zappettare o a camminare, con occhi splendenti di fiducia, spargendo semi in abbondanza: sรฌ, lo abbiamo giร incrociato sulle nostre strade, questo Dio contadino instancabile, che non si ferma mai, che ricomincia sempre daccapo e non si lascia abbattere dalle delusioni e dai tradimenti.
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Perchรฉ cosรฌ รจ la vita, inguaribilmente ottimista. E cosรฌ รจ Dio: ยซVoglio lavorare ancora un anno intorno a quel fico e forse porterร fruttoยป. Ancora un anno. Questo รจ lโunico miracolo ed รจ quello di Dio: vedere sempre una piccola probabilitร nello stoppino fumigante, nella canna incrinata.
ร un Dio che si accontenta e si aggrappa ad un fragile โforseโ e lascia un altro anno di respiro ai tre anni di inutilitร , perchรฉ si fida, oltre ogni speranza. Forse. Parola dubitativa di quando tutto puรฒ succedere e tutto ancora farsi. Forse ti troverรฒ, forse mi salverรฒ, forse guarirรฒ, forse ritornerรฒ… Forse, si apre alle possibilitร , si incanta sul futuro o, piรน semplicemente, sul dopo.
Non chiude. Non definisce una condizione, ma resta sospeso e attende. Forse, porta in cuore un dubbio e custodisce la bellezza del rientro. Che bello quando ancora gli accadimenti non sono accaduti, quando costringono in una pausa di attesa, o in un respiro trattenuto. Tutto puรฒ ancora succedere, anche quel fico sterile puรฒ dare frutti, se sono disposto a lavorarci.ย
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