La voce meravigliata del Messia battezzato
Si saranno guardati? Si saranno riconosciuti Giovanni e Gesù? E avrà avuto un sussulto il cuore di Giovanni mentre faceva scorrere l’acqua sul capo di Chi si era messo in fila con tutti gli altri, uguale e nascosto, silenzioso e umile?
E cosa sarà passato in quello sguardo, quale capriola dei nervi e della pelle avrà fatto stavolta il Battista? Non ce lo racconta il vangelo di Luca, ma mi piace immaginare che, nell’incrocio di quegli occhi, ci sia stata come una consegna, un passaggio di testimone: dall’acqua al fuoco, dal “non ancora” all’“ecco”.
E immagino la sorpresa negli occhi di Giovanni nel trovarselo davanti, lui che, con voce di tuono, proclamava un Messia fustigatore, trionfante, giudice severo, scopre un Messia che condivide la sorte di tutti. Un Messia che si mescola. Senza pudore, senza vergogna.
In fila con i peccatori, in fila con tutti gli altri senza pretendere privilegi o almeno un cedere il posto, confuso tra tutti, Gesù aspetta quel po’ di acqua sul capo e, una volta ricevuto il battesimo, si ferma a pregare: è questo che fa aprire il cielo? È questo sentirsi imbevuti di Dio, impregnati della sua forza creatrice, del suo Spirito? Se il Messia è così, il cielo non può più far paura. Si apre, il cielo, e dice parole di tenerezza: mi sei figlio, mi assomigli, sono fiero di te.
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