Siamo salvati dallo sguardo innamorato del Padre
Gesù disse a Nicodemo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce». Quando l’amore è tanto grande straripa, non riesce ad essere contenuto, ristretto, chiuso in confini, fossero anche i confini fatti di pelle e muscoli dell’essere umano: fuoriesce dagli occhi, dalla bocca, dalle mani, persino il cuore sembra voler balzare fuori dal petto.
«Dio ha tanto amato il mondo», il mondo quindi, non solo l’uomo e la donna, ma anche la foresta, il mare, il ruscello, la montagna, la stella, il filo d’erba, il vento… E lo ama, questo mondo, a prescindere, senza alcuna condizione, senza restrizioni, come un dato di fatto, una base sicura da cui poter partire.
A noi non resta che rispondere, non resta che credere in questo amore che trabocca. Allora niente sarà perso: «Tu conti i passi del mio vagabondare, nel tuo otre raccogli le mie lacrime: tutto è scritto nel tuo libro» (Sal 56,9).
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