don Luigi Maria Epicoco โ€“ Paolo tra ragione, inculturazione e fede

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Lโ€™Anno Paolino indetto da papa Benedetto XVI ha provocato la Chiesa, e non solo, a riflettere sullโ€™opera, lโ€™apostolato, il messaggio e lโ€™ereditร  del grande โ€œApostolo delle gentiโ€.

Paolo di Tarso ha inaugurato un cristianesimo aperto oltre i confini della cultura giudaica e ha sperimentato lโ€™inculturazione come metodo dellโ€™evangelizzazione. Ma proprio dietro lโ€™opera apostolica di questo grande uomo e apostolo, la chiesa e i credenti hanno ancora molto da imparare. Innanzitutto lโ€™audacia della fede che si manifesta come il rischio di percorrere strade diverse, percorsi nuovi, scelte cariche di rischio ma fruttuose per quella Buona Novella che deve essere portata โ€œsino ai confini della terraโ€.

E quando parliamo di โ€œconfini della terraโ€ non ci riferiamo esclusivamente ai confini geografici ma anche e soprattutto a quelle terre di confine della nostra cultura, del nostro quotidiano, della nostra realtร . Molto spesso i credenti rischiano di vivere il cristianesimo nei luoghi protetti del consenso e della tradizione, senza osare piรน il dialogo, il confronto e lโ€™inculturazione del messaggio di Gesรน Cristo lรฌ dove apparentemente non cโ€™รจ o รจ stato messo fuori. Pensiamo alla politica, ai temi sensibili della vita e della dignitร  della persona, pensiamo a quei contesti pubblici dove si liquida lโ€™esperienza religiosa ad una esperienza del soggetto che non deve avere niente a che fare con la vita pubblica.

รˆ vero che a volte anche il messaggio evangelico puรฒ diventare un messaggio ideologico ma questo rischio non deve scoraggiare tutti i credenti, soprattutto i laici, ad offrire con chiarezza le ragioni per cui la proposta cristiana รจ buona non solo per coloro che hanno e vivono la fede ma per chiunque vuole vivere pienamente e intensamente la propria umanitร . Proprio perchรฉ il messaggio di Gesรน Cristo รจ per la persona in quanto tale e non semplicemente per coloro che si identificano in un credo e in una istituzione. โ€œHo altre pecore che non sono di questโ€™ovile, anchโ€™esse io debbo condurreโ€, queste parole di Cristo ci ricordano esattamente quello che abbiamo appena sottolineato e cioรจ che lo sfondo morale, umano e di significato di cui il vangelo si fa portatore e la Chiesa annunciatrice, parla al cuore di ciascun uomo e di ciascuna donna di โ€œbuona volontร โ€. Ma perchรฉ essa parli a tutti deve assumere un linguaggio e un metodo adatto a tutti. Deve avere il coraggio di lasciare la contrapposizione e la logica sterile del dibattito retorico per riprendere le faticose vie del dialogo e del confronto, dello studio e delle ragioni vere e fondanti della veritร . Paolo ci insegna esattamente tutto questo. Ci insegna come rimanere ancorati radicalmente al nocciolo del cristianesimo mentre ci esponiamo a quei luoghi e contesti a volte radicalmente (ma solo apparentemente) lontani da Gesรน Cristo. Che cosโ€™รจ vita? Qual รจ il significato della morte? Ha un senso la sofferenza? Cosโ€™รจ la laicitร ? Quale ragione puรฒ stare accanto alla fede?

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Il cristianesimo รจ la risposta a queste domande profonde e drammatiche dellโ€™uomo. Ma non ha senso una risposta se innanzitutto manca la domanda. Ecco il ruolo dei credenti: essi, quando proclamano il cristianesimo come โ€˜rispostaโ€™ senza tener da conto se esiste una โ€˜domandaโ€™ vera, rischiano di far diventare il messaggio di Gesรน un manifesto ideologico. Il credente, la Chiesa sono doppiamente a servizio non solo di quel Gesรน che si pone come risposta agli interrogativi di senso dellโ€™uomo, ma anche di quel Gesรน che pone innanzitutto domande serie a lโ€™uomo. Tutta la Bibbia รจ piena di domande serie da parte di Dio a lโ€™uomo, a cominciare dalla Genesi: โ€œAdamo dove sei?โ€; sino ad arrivare a Gesรน Risorto che da ยซforestieroยป domanda ai discepoli in cammino verso Emmaus: โ€œdi cosa state discorrendo?โ€.

Le sue non sono domande retoriche, sono quel gesto educativo che Egli usa per rendere consapevole lโ€™uomo di ciรฒ che gli sta innanzi. Le domande pongono lโ€™uomo in atteggiamento di ricerca, di apertura, di accoglienza. รˆ solo in questo atteggiamento che la Veritร  puรฒ essere trovata, accolta, ricevuta. Il problema dellโ€™uomo contemporaneo sta proprio nella mancanza di domande o per lo meno di domande che aspettino davvero una risposta. La nostra cultura, molto spesso, domanda per demolire, per crogiolarsi in quel depresso relativismo delle opinioni che รจ assenza di Veritร . E tutto ciรฒ viene fatto in nome della libertร . E a partire da questo dato, allora, che il cristianesimo deve riproporsi con lโ€™audacia di Paolo, suscitando domande giuste prima ancora di dare risposte giuste.

don Luigi Maria Epicoco

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