don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo di oggi, 9 Settembre 2022

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“Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt’e due in una buca?”.

Eppure non di rado noi ci ergiamo a consiglieri ammirabili per gli altri, indicando scelte, direzioni e strade che forse noi non abbiamo nemmeno percorso personalmente. Ecco perché questa pagina di Vangelo ci dà un formidabile criterio per scegliere una guida spirituale: diffidate da chi si autopropone come guida. Una sana guida spirituale ha talmente tanto chiaro quanto sia seria la faccenda che molto spesso cerca in tutti i modi di declinare l’invito a fare da guida, e solo a partire da una immensa umiltà personale, cerca con delicatezza estrema di condividere soprattutto ciò che ha sperimentato, e non ciò che ha imparato dai libri.

Allo stesso tempo la pagina del Vangelo di oggi ci dice che una seconda nostra grande tentazione è pensare che solo se gli altri cambiano anche noi avremo risolti i nostri problemi e così ci concentriamo su gli altrui difetti, relativizzando i nostri:

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“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”. 

È un’esperienza particolarmente intensa quella di pensare che la pagliuzza che ci infastidisce nell’occhio di nostro fratello è solo un rimando alla grande trave che è nel nostro. Se cominciassimo a usare questo come criterio di giudizio, allora il carattere storto di chi mi vive accanto, gli errori grossolani ed evidenti che fa ogni giorno sarebbero una grande lezione non sulla sua vita ma sulla nostra.

L’altro per noi è l’occasione in cui riusciamo a guardarci in profondità. Ciò che non riusciamo a consapevolizzare con le nostre introspezioni ce lo rivelano le nostre relazioni. Ecco perché prima di giudicare scopri cosa quel giudizio dice di te.

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“Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt’e due in una buca?”. Non c’è cosa peggiore della sicurezza di coloro che non avendo fatto nessuna esperienza di qualcosa si atteggiano a maestri per gli altri. Ad esempio non hanno mai veramente amato e vogliono spiegare l’amore agli altri. Non pregano e vogliono spiegare la preghiera agli altri. Non fanno delle scelte radicali e voglio spiegare i valori non negoziabili agli altri. Come si fa a riconoscere queste “guide cieche”? O a riconoscere quando siamo noi che ci atteggiamo ad essere “guide cieche”? Solitamente chi spiega le cose agli altri senza averne fatto esperienza non parla mai delle proprie difficoltà. […] Continua a leggere qui.

Fonte: nellaparola.it

AUTORE: don Luigi Maria Epicoco | PAGINA FACEBOOK